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sabato 12 dicembre 2015

"Manutenzioni"....

Sto continuando, con pazienza, la lettura del libro "Lo zen e la manutenzione della motocicletta".
Certamente ne banale, ne scontato l'uso delle parole per descrivere l'andare interiore.
Dico con pazienza nel senso che l'autore spessissimo si dilunga con fare preciso e particolareggiato su tutta quella che è la parte sia meccanica che elettronica della moto, forse anche meglio di come potremmo leggere in un manuale.
La cosa che mi rapisce di più è la descrizione paesaggistica e la sua varietà, non ho mai fatto un viaggio in moto attraverso il Minnesota, ma ho avuto la fortunata possibilità di viaggiare in moto e conosco bene quel sentire e quel vedere che ti porta oltre a ciò che hai intorno ma ne diventi parte.
La sua è di certo una "partenza" ma non tesa esclusivamente al viaggio turistico in sé.
Ci parla di altro.
La quasi rincorsa nell'alternarsi dei paesaggi, colori, odori, va di pari passo con l'infittirsi dei suoi pensieri, dei ricordi.
Che differenza c'è tra chi conosce l'importanza di saper occuparsi della manutenzione della motocicletta e di chi invece non se ne occupa affatto come il suo amico John.
Proprio da li parte una lunga serie di riflessioni sulla tecnologia, su quanto sia così ingombrante e fastidiosa, quasi odiata da alcuni di noi, ma al contempo anche necessaria.
In tutto questo forse fa anche un percorso mistico e sostiene che Dio o il Buddha o come ognuno lo desideri chiamare risiede nel tutto, che si tratti di circuiti di una moto, o i petali di un fiore, o nella Cima di una Montagna...
C'è un filo, non troppo sottile, in tutto questo legato anche alla Razionalità, anche essa se non controllata molto, molto, pericolosa.
Fedro, suo doppio molti anni prima, ne seppe qualcosa, in quell'ostinato tentativo di vedere e spiegare tutto attraverso la Razionalità, arrivò alla follia nel tentativo di inseguire e forse sconfiggere quel fantasma, armato di un immaginario coltello, non voleva essere un assassino ma la mano precisa di un chirurgo che recide ciò che va reciso.
Ne restò alla fine vittima di quel coltello.
Il narratore e Fedro, quel viaggio lo stanno facendo insieme, forse per trovare finalmente un punto d'origine e da li ripartire azzerando il resto.
Pensandoci bene tutti bene stiamo facendo quel viaggio, non tutti su una motocicletta certo,
ma il significato, secondo me, intrinseco e profondo è che
io, te e chissà quanti altri stiamo lavorando alla manutenzione della motocicletta che rappresenta
Noi stessi....

Ps: leggere in questo lungo periodo mi è di conforto,
 anche se continuo a sentirmi come una bestia coi paraocchi che....
va avanti e porta tutto quello che c'è da portare.

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