I testi di questo blog sono scritti da me medesima, mentre la dove fossero di Autori diversi la loro firma verrà sempre riportata. Se qualcuno dovesse riconoscere scritti di lavori altrui non adeguatamente segnalati può farlo notare e provvederò alla loro rimozione dopo essermi accertata dell'esatezza della segnalazione. Le immagini presenti sono mie o sono prese dal web, preferibilmente da: Picasa - Flickr - Deviantart, per i video musicali la fonte è You-tube.

lunedì 31 ottobre 2011

Sceglierei....

Spesso mi domando di cosa siamo fatti.
In particolare mi domando di cosa sono fatta io.
Di Corazze?
Non lo sò, a volte faccio solo finta, qualche volta funziona, 
troppo spesso vengo smascherata in fretta.
Di sicuro non sono fatta per "attaccare",
quindi cosa rimane?.....

L'esatto contrario dell'attacco:
la difesa,
la mia migliore difesa è la fuga a volte,
nessuno vince, nessuno perde,
non intacco e allo stesso tempo non mi faccio intaccare,

tento di salvarmi l'anima,
il mio centro interiore,
uno strano istinto di sopravvivenza questo,
o forse solo una creatura relativamente semplice che
conoscendo l'ambiente e i rischi insiti in esso
se ne tiene lontana.
Ma a volte si è davvero emotivamente troppo stanchi per
sostenere attacchi capaci solo di
intaccare ulteriormente e
inutilmente
la stabilità già delicata dei nostri giorni.

Se qualcuno mi chiedesse di cosa vorrei essere fatta (potendo scegliere)
risponderei:
di terra, di pietra, d'erba e corsi d'acqua.

domenica 30 ottobre 2011

Presenza - assenza

Mai aver paura

del distacco,

 anche se lì per lì il desiderio

sarebbe solo quello di poterlo rimandare.

C'è stato un tempo in cui hai avuto paura

dell'abbandono,

ben diverse sono le due situazioni,

il momento del distacco

deve fare consapevolmente parte

di quel momento di Vita

che si completa

lasciandoti dentro un gran buon sapore:

sapore di Vita.

E quasi per assurdo

la capacità del distacco

non è insensibilità o freddezza ma,

si tramuta solo

in un modo ancora più consapevole di

"Esserci"

....Un amico mi chiese:

-come stai?-

ed io -come stò in che senso,intendi quì e ora?-

lui -si, qui e ora-

ed io -stò bene, bene quì e ora!-



Bene, tutto ciò che conta alla fine è:

 "quì e ora"

In attesa di.............me

Da un pò di tempo a questa parte mi soffermo parecchio sul concetto di "attesa",
l'attesa può riferirsi ad una telefonata,
vi è mai capitato di trascorrere un pomeriggio intero a casa solo nella speranza di una maledetta telefonata!? Io si,
oppure un messaggio,
o il ricevere una lettera,
ma se ci pensate un attimo con attenzione
quelli sopra citati sono tutti tipi di attesa che sono vissuti con ansia, in quanto
vi si cela l' aspettativa di un qualcosa......di qualunque cosa si tratti.....

Io ho vissuto momenti d'attesa spesso, e credo di non essere di certo l'unica,
attese che non avevano pace ma solo angoscia, ansia,
 quel desiderare in modo scriteriato che qualcosa,
 qualcuno,
un segno,
a volte un arrivo,
 qualche volta un ritorno,
o la risoluzione di situazioni difficili che sembrano senza vie d'uscita,
si trasformassero da attesa in realtà.....

Con il passare del tempo impari che forse non tutto ciò che aspetti è reale,
o forse questa è solo un'idea che mi permette di rendere tutto più sopportabile,
senza farmi troppe illusioni e,
mi sono in qualche modo imposta che questo tempo in standby
merita di essere vissuto come un "incantesimo"
la magia consiste nel riuscire a.............rimanere immobile,
 come sospesa e,
 in quella sospensione riesci a cogliere il tutto che ti circonda
ponendoti in una prospettiva più distante verso la vita,
forse il segreto sta proprio lì,
mi viene in mente chi osserva attentamente un quadro,
ti devi mettere seduto, immobile,
predisposto con l'animo verso quel tipo di osservazione,
ad una giusta "distanza",
solo così si possono cogliere particolari veri,
essenziali
che effettivamente meritano
la magia dell'attesa!.

sabato 29 ottobre 2011

Stavo seguendo pochi minuti fà, l'intervista allo scrittore Alessandro Baricco, ospite a "Che tempo che fà", e il suo monologo successivo.
Devo ammettere che ascoltarlo ogni volta che ne ho la possibilità per me è come essere acqua che viene assorbita interamente da una carta assorbente.
Spiegava perchè si legge, e concordo con ciò che ha detto,
leggiamo perchè attraverso la lettura accresciamo noi stessi, leggiamo perchè in mezzo alle pagine di un libro troviamo pezzi di noi che credevamo persi, leggendo ritroviamo noi stessi, sì, leggiamo perchè la lettura a suo modo può essere anche una cura per l'animo.
Chi legge riceve e chi scrive dona, mi piace vederla così, si scrive per desiderio di condivisione, si scrive perchè spesso con una parola o un gesto concreto non riusciamo a trasmettere ciò che attraverso la scrittura, riesce per assurdo quasi, più facile........
E così descriviamo i nostri buchi neri, visioni, speranze, un sentire profondo, è un modo per provare a mettere ordine nel caos che in alcune occasioni sentiamo dentro.
Ogni tanto riesce, si, e in quella calma che dedichi ai pensieri che desideri trasformare in scrittura, oltre a farti tante domande riesci anche a darti risposte,
 riuscire a fissare quelle risposte e farle diventare certezze concrete sarebbe come raggiungere la vetta dopo una lunga arrampicata.
Io per il momento mi accontento di riuscire a scarabbocchiare qualcosa.

Riflessioni in un sabato un pò così...

Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili.
Perciò dovete sempre tener presente che una via è soltanto una via.
Se sentite di non doverla seguire, non siete obbligati a farlo in nessun caso.
Ogni via è soltanto una via.
Non è un affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla,
se è questo che vi suggerisce il cuore.
Ma la decisione di continuare per quella strada, o di lasciarla,
non deve essere provocata dalla paura o dall'ambizione.
Osservate ogni strada attentamente e con calma.
Provate a percorrerla tutte le volte che lo ritenete necessario.
Poi rivolgete una domanda a voi stessi.

Questa strada ha un cuore?

Tutte le strade sono eguali.
Non conducono in nessun posto.
Questa strada ha un cuore?
E' l'unico interrogativo che conta.
Se ce l'ha allora è una buona strada.
Se non ce l'ha, è da scartare.
(Dal libro: "gli insegnamenti di Don Juan")



La domanda mi sorge quasi spontanea, è la strada che sceglie noi o viceversa?
Quello che ho l'impressione di avere imparato è che nella vita capiterà di ripercorrere una stessa strada più di una volta, 
 impareremo quel qualcosa in più, ma ogni volta con buone probabilità rifaremo anche errori già commessi e sappiamo già che ci porteranno a sentirci come non vorremmo.
Della mia strada non ne conosco ancora le mappe alla perfezione, sappiamo bene che non ci sono cartelli, indicazioni;
personalmente sono consapevole che ci sono strade che mi chiamano, sono strade non grandi ma fatte solo di piccoli sentieri solitari, immersi in una natura rigogliosa nelle stagioni calde e più brulle nelle stagioni fredde in cui a farti compagnia è solo il fruscio delle foglie rosse e gialle che ancora mi piace mettere in disordine con i piedi come facevo quando ero bambina.
Quelle strade sono certa che hanno un cuore.
Come lo sò?
Lo sò perchè mi portano in nessun posto e dappertutto, là non ho bisogno di essere chissà quale maschera, non c'è nessun ruolo  da rispettare, la respiro la vita, quei piccoli senyieri sono l'unico posto in cui mi sento 
di nuovo COMPOSTA.