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sabato 26 aprile 2014

Desiderio di......Vita.....

Da poco più di un mese ho ripreso il lavoro dopo una lunga pausa.
Pausa di certo non voluta.
Un lungo periodo di malattia, la scoperta di avere il cancro l'anno scorso a Giugno, l'intervento ad agosto, e il tempo che è sembrato un tormento interminabile, quello delle terapie, la chemio, la radioterapia.
Spesso mi sono chiesta come è possibile che si debba stare tanto male nel tentativo di....combattere un male peggiore.
La parola d'ordine è stata per tutto quel tempo:- riprendere per mano la mia vita appena possibile-
Me lo dovevo e, lo dovevo alla persona che, passo dopo passo, ha vissuto insieme a me, nella più completa totalità, la malattia Mr. Erby.

Eppure ho l'impressione di essere in tilt più di prima.

A volte mi domando "quale vita riprendo per mano?", un segno profondo è rimasto, ed è ancora così fresco, è ancora un dolore così talmente fisico.
Sta di fatto che, sia l'operazione che le terapie, i farmaci che ancora sto prendendo, mi hanno cambiata fisicamente, ma non solo.
E' cambiato il mio modo di pensare. E anche se so bene che non serve a nulla, è cambiato il mio modo di pensare a ciò che sarà da ora in avanti.
Alla fine mi immagino davanti allo specchio, vedo la fragile e forte Anna che ha semplicemente una gran paura.
Credevo che tornare alla Vita sarebbe stato molto più semplice, quasi simultaneo, peccando, forse, di un eccessivo ottimismo e una certa petulanza che di tanto in tanto mi contraddistingue, ma si vede che ancora non ho perso il vizio.
Tutto questo mi fa capire che, probabilmente, mi manca ancora qualche passaggio al fine del completamento dell'elaborazione di tutto ciò che mi è successo.
Quindi cercherò di non fare progetti a lungo termine, mettendomi bene in testa che non c'è nulla di male in questo, anzi dovrebbe essere prassi comune ad ognuno di noi, consente di vivere meglio, senza ingorgare la mente e la volontà in progetti troppo spesso irraggiungibili.

Niente passi troppo lunghi, solo brevi ma consistenti.

Magari tornare a piacermi di nuovo, non per narcisismo, ma per ritrovare un rapporto più sereno con quello specchio che coprirei con un lenzuolo bianco come si fa nelle vecchie grandi case disabitate.
Sgonfiarmi, riprendere sembianze nelle quali riconoscermi nuovamente.
Tornare a muovermi, se non con l'agilità di prima, almeno più agevolmente con l'attenuarsi di tutti quei dolori che le terapie anti ormonali producono a livello muscolare.
Mi rendo conto che dopo un'esperienza del genere è impossibile che tutto torni come prima, che io torni come prima, probabilmente è anche giusto così.
Ci saranno sicuramente aspetti nuovi, forse anche pesanti e ingombranti, non li potrò ignorare, anzi a passi brevi e consistenti dovrò imparare a conviverci.
Però è fondamentale che, quelli appena passati, non siano stati dieci mesi trascorsi in una forma di anonimato da parte della vita, senza essere serviti a nulla.
Ecco, scoperto or ora un altro buon proposito, ossia quello di trarre da questo tratto di strada, che non ho potuto esimermi dal percorrere, tutta l'energia vitale possibile.
Un bell'impegno,
 una grande responsabilità,
 da prendere con forza e
 senza restare lì a guardare in faccia la paura.

 

lunedì 7 aprile 2014

Qualche giorno fa ho letto un pensiero che suonava più o meno così:
i bambini piangono lacrime grandi come goccioloni di rugiada, a causa di un mondo troppo grande, che ancora non comprendono,
i giovani piangono lacrime di dolore per l'amore che ora va e ora viene e ogni volta sembra manchi l'aria da respirare,
i grandi piangono lacrime di rabbia per le troppe cadute e le faticose risalite,
i vecchi.....
i vecchi non piangono più, ma sorridono al ricordo del bello che hanno avuto e sono riusciti a conservare.

Sarebbe un bel percorso, una forma di saggezza finale verso la quale tutti dovremmo protendere.