I testi di questo blog sono scritti da me medesima, mentre la dove fossero di Autori diversi la loro firma verrà sempre riportata. Se qualcuno dovesse riconoscere scritti di lavori altrui non adeguatamente segnalati può farlo notare e provvederò alla loro rimozione dopo essermi accertata dell'esatezza della segnalazione. Le immagini presenti sono mie o sono prese dal web, preferibilmente da: Picasa - Flickr - Deviantart, per i video musicali la fonte è You-tube.

giovedì 30 giugno 2016

Non abbiamo la stessa arte del serpente
nella capacità di cambiare pelle.
Molti di noi
assomigliano più  alla spessa  corteccia.
Sotto la corteccia ci nascondiamo
nell' illusoria convinzione
che le scalfiture
che ci procurano
e quelle che da soli,
come fossimo dediti a qualche forma di recondito
autolesionismo
ci procuriamo,
a poco a poco
non arrivino vicine alla linfa.
Il pericolo è  quello,
se qualcuno riesce a scalfire a tal punto da
intaccare la linfa:
sei fottuto.
La corteccia protegge
tutto ciò che di tenero e fragile
abbiamo sotto
quella ruvida e imperfetta superficie.
Ma anche la corteccia più dura
con il tempo,
sottoposta all' impeto degli avvenimenti
e consumata stanca dal tempo che passa
cadrà.
C'è chi deve abbattere muri,
recinzioni,
barriere.
Pezzetto dopo pezzetto
lascio cadere la mia corteccia,
e trovo ancora linfa nuova
di speranza e
voglia di vivere
senza cortecce,
Libera di scegliermi.


La scrittrice
Silvia Plath
sosteneva che le carezze
fatte sui graffi
fanno male
quanto i graffi stessi.

A pensarci un attimo
è  una gran verità
forse è  un dolore
intrinsecamente collegato
alla paura
che ci fanno le carezze
che devono sfiorare
quei graffi che
un tempo erano nati anch'essi
come carezze.

giovedì 23 giugno 2016

" Il viaggio non finisce mai.
Solo i viaggiatori finiscono.
E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione.
 Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto:
"Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero.
Bisogna vedere quel che non si è visto,
vedere di nuovo quel che si è già visto,
vedere in primavera quel che si è visto in estate,
vedere di giorno quel che si è visto di notte,
con il sole dove la prima volta pioveva,
vedere le messi verdi,
il frutto maturo,
la pietra che ha cambiato posto,
l'ombra che non c'era.
Bisogna ritornare sui passi già dati,
per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.
Il viaggiatore ritorna subito."


(José Saramago)

                                     
Viaggi...

A ognuno il suo...
Con le partenze, le interruzioni e le pause,

le ripartenze, le tappe,
il ripercorrere o lo scoprire ciò che gli occhi possono vedere ancora
con un nuovo spirito di osservazione. 
Viaggi di rabbia e di speranza.
Viaggi della riconciliazione con se stessi e con la vita,
viaggi dell' addio definitivo
quello della strada vecchia per la nuova.
 Viaggi per viaggiatori esperti,

per i novizi dell'arte del viaggio.
Per i coraggiosi, per chi sa osare, sa chiedere, sa cercare...
Viaggi di quelli che spesso si fanno da soli,
a volte in compagnia

per tratti brevi o lunghi,
chi lo sa!?...
Mai nessun viaggio sarà inutile o percorso in vano...
 Viaggi, a ognuno il suo...
 
                  

lunedì 20 giugno 2016

Abbiamo lame
conficcate  nell'anima
che
quando troviamo il coraggio
di estrarle
dobbiamo farlo
di colpo,
senza esitazioni.
Procurano quel dolore
che sa di
un peso tolto,
fanno male,
eppure ti
ridanno
il respiro.
"Ecco il più  grande errore di sempre:credere che gli esseri pensino ciò  che dicono."
(J. Lacan)
Le lame più  pericolose di sempre, la lingua e le parole.
Librerie
le ho sempre amate,
così  come i libri.

Librerie,
A questo servono,
leggere senza distrazioni
per potersi calare completamente
nel profondo della narrazione
all'interno del viaggio
insieme ai protagonisti,
eroine o cavalieri
che siano.

Arrivare all'ultima pagina,
tenerlo ancora un po tra le mani,
far fatica a separarsene...
chiudere il libro e
riporlo con cura...

Poi  ti capita quel libro che
ti ha assorbito talmente
Nelle sue pagine
da non permetterti di riporlo
mai completamente,

così
 hai bisogno di riprenderlo in mano,
riosservare le didascalie e
le immagini,
rileggere i passi più  importanti,
quelli che avevi sottolineato e evidenziato,
quelli che hanno dato spessore
e il senso più profondo
alla trama.

Almeno per me.

Librerie,
a questo servono,

Riporre con cura.


venerdì 17 giugno 2016

Il mio Kung fu panda...

Alex e il suo anno.
L'anno  delle conferme, del "mi butto" del "è il momento.
Un incontro con sé stesso e con le sue capacità, l'andare incontro alle opportunità.
Ho sempre creduto in lui pur riconoscendo le sue fragilità in gran parte le stesse mie.
L'ho  aspettato per 23 anni,
aspettavo  sbocciasse o meglio esplodesse
 sapevo che sarebbe successo ma il Come è il quando dovevano venire da lui.
Ma un genitore infondo  aspetta un figlio sempre, l'aspetti da quando lo hai in grembo e solo lui deciderà  quando è  pronto ad uscire lanciando il primo vagito al mondo.
Così  dopo aver abbandonato la scuola a 19 anni la decisione dell'estate  scorsa che gli mancava qualcosa, che voleva darsi delle opportunità,
sentiva di doversi mettere alla prova.
23 anni, quattro lontani dai banchi di scuola.
Quest'anno  la sua sfida mirata e ottenuta era quella di essere ammesso all'esame  di maturità  con la media dell'otto, lo aveva detto e lo ha fatto.
In una sua telefonata di pochi giorni fa mi diceva:- sai mamma che non mi sembra  ancora vero che sono io!? Se penso che anni fa mi facevo interrogare per trasformare dei quattro in sei al quale non arrivavo nemmeno, e adesso sono io, così  diverso".
E oggi, alla vigilia dell'inizio degli esami di maturità  la notizia del lavoro presso uno dei migliori hotel di Genova, il Savoia, varie mansioni dalla reception, al posteggiatore,  al servizio di sala, turno anche di notte...
Aveva consegnato il curriculum qualche settimana fa sia li che in altri posti.
Era già stato chiamato per un colloquio dopo pochi giorni dalla consegna del C.V.
È  di oggi la conferma che inizia.
Si cimentera', imparerà cose nuove, un accrescimento che gli servirà.
Lui che ha sempre avuto paura della sfida, del confronto, dell'osare perché  c'è la poteva fare,
ecco che ora si lancia,
prende per mano la sua vita e va...
Prende per mano se stesso e va...
Non scappa più  da se stesso così come scappava quando era più  piccolo da ogni forma di sport perché  non si sentiva mai all'altezza degli altri e quindi era meglio fare sempre un passo indietro.
Si, ho sempre creduto in lui, pur riconoscendo le sue fragilità, le insicurezze, quella maledetta mancanza di autostima la stessa mia.
Finalmente Alex  non più  contro Alex  ma finalmente verso Alex,  insieme ad Alex.
Se tutto il supporto che ho sempre cercato di non fargli mancare anche nei momenti più  critici ha in qualche modo contribuito a questo,
nessuna delle battaglie che ho perso nella mia vita è  stata persa invano...
Tutto sommato, un guerriero a modo suo come la mamma.
Se lui riesce oggi Dove io per me stessa ho fallito in passato ho in dono la più  grande vittoria.
Buona vita, buona strada qualcuno ti direbbe
Figlio mio.



Turno di notte.
Stasera il caldo afoso non da tregua in reparto.
Ho sempre odiato l'estate  qua dentro e spesso anche fuori da qui.
Finito il primo giro di controllo e parte dei lavori notturni mi siedo per qualche istante in terrazza.
Davanti a me,non troppo distante in linea d'aria,  il campanile illuminato della chiesetta chiusa da tempo, in cima alla piccola collina di Brazzano.
Un'aria  prepotentemente fresca e più  asciutta rispetto a quella che ha infastidito per tutto il giorno, di quelle che odorano di pioggia che sta per arrivare, lampi che illuminano il cielo intorno un po dappertutto.
I tuoni che seguono le vampate luminose si fanno sempre più  vicini e roboanti.
Sembrava un temporale lontano, invece è  arrivato qua, è  giunto velocemente  e sembra non voler più  andare via.
Ecco, arriva la pioggia, goccioloni dapprima grossi e sparsi, poi sempre più  fitta e intensa.
Ci penso un attimo e mi lascio inghiottire da questo sillogismo con la vita...
Si, può  sembrare banale ma anche nella vita ti succede, qualche avvisaglia  di perturbazioni lontane che guardi distrattamente  senza dare loro troppo peso, intanto pensi "è lontano, forse nemmeno passa di qua".
Poi tutto arriva più  velocemente di quanto potevi credere, ti travolge d'improvviso, non fai in tempo a metterti al riparo.
Non trovi riparo tu, ne tutto il resto sia che si tratti di persone o di cose da proteggere.
Ti ritrovi  li come un pulcino infreddolito che sente il peso delle piume bagnate come qualcosa che vorrebbe scrollarsi di dosso ma non ce la fa proprio ad alleggerire quel peso.
La pioggia inumidisce velocemente la mia divisa, mi scosto dal parapetto della terrazza, trovo riparo sotto la tettoia, non voglio essere quel pulcino zuppo di pioggia, non stanotte almeno.
Porto dentro di me un interminabile temporale, spesso si tramuta in tormenta.
Arrivò da lontano, non me ne accorsi.
Scoppiò come uno tsunami.
Ha fatto danni tremendi, lasciando come buchi neri zolle scosse, smosse sulle quali non è  possibile restaurare o ricostruire.
Ripenso a un film che guardavo ieri sera, parlava del confine della solitudine, una specie di dramma-psicologico che rende l'idea  di come le persone viaggiano sul filo di un confine sottilissimo che ne condiziona la vita è ne fa scaturire  le scelte anche in modo non sereno, con un atteggiamento volto più  a punirsi anziché  salvarsi da ciò  che non può  essere cambiato.
Da una grondaia malconcia
 in cima alla terrazza
come una nenia che ipnotizza
il ticchettio  di gocce d'acqua mi riporta fuori dalla ventosa dei miei pensieri e di altre mie inutili elucubrazioni,
ritorno alla realtà, il dovere mi aspetta,
è ora di rientrare.

martedì 14 giugno 2016

Answer The questions....

Domanda:
Se
Se
Se
Se
Se
Se
Se
Se
Se
Se
Se.............?

Domande senza risposte o
 risposte intrinseche
 contenute nelle domande stesse!?.

Non lo so...
O peggio ancora lo so e
ho tutte le risposte!?.

Un'interiorita' sempre meno paca
mi rende più che
un sorso d'acqua  in tempesta dentro a un bicchiere, più  che un
(foto Marianna)
mare in tempesta,
troppo spesso,
sempre più  spesso.

domenica 12 giugno 2016

Dis - equilibrio.

" Non ti buttare via così "
Forse non a caso nel giro degli ultimi mesi mi son sentita ripetere questa frase da persone diverse.
Prima di arrivare al punto di buttarmi via io qualcuno ci ha pensato per me e ha fatto anche un ottimo lavoro.
Da li in poi la scivolata verso la perdita graduale ma progressiva della mia parte migliore,della grinta, deťerminazione e tutte le più  sane e utili caratteristiche del genere,è  stata inevitabile.
Credevo di essere più  forte e pronta di così,  ebbene mi sbagliavo.
In sostanza non me ne frega piu  un cazzo di niente.
Vado avanti perché devo,perché  mi sono assunta a suo tempo delle responsabilità.
Per il resto sono diventata una persona sgradevole, ispida e pungente.
Pungere è  un buon modo per tenere  lontane le persone.
Ho dei processi di elaborazione mentale ancora aperti, non portati a completamento qualunque sia la loro destinazione o residenza finale all'interno  di questa testaccia che mi ritrovo.
Non c'è  aiuto che possa essere donato da nessuno.
Alla fine di tutto o non alla fine di tutto il risultato è  dunque questo?...
Non saper più  accettare il bene, tenere lontane persone che potrebbero nutrire dell'affetto, rinchiudersi come dentro ad un carapace robusto coriaceo per non far entrare nulla e nulla far trasparire e uscire.
Questo mi ha insegnato l 'Amore, ma non quello qualunque, scontato, quello che non si prova per chiunque, non si pronuncia ad ogni persona che ha attraversato la tua vita.
Questo mi ha insegnato l'Amore, che fa male, è  pericoloso, che è  una mano tesa l'uno  verso l'altra a che alla minima distrazione può  diventare la più  feroce delle armi, la più  tremenda delle torture....
Meglio non averlo forse, non sapere cosa sia,e stargli lontani.
Dis - equilibrio. 
(Foto Marianna )

venerdì 10 giugno 2016

Ormai
Sarei in tempesta
anche se fossi
solo
un sorso d'acqua
contenuta in
un bicchiere.

giovedì 9 giugno 2016

Ingranaggi fallati.....falliti...

Dovremmo imparare a sentirci mai domi
mai persi allo stesso tempo e
 a comportarci da tali...
I bambini anche in questo insegnano,
come quando hanno un gioco nuovo
 tutto da scoprire tra le mani,

 loro riescono a far parte del loro "gioco",
trasformano le ombre in sfumature,...
riescono a mettere da parte il sospetto,
loro creano ancora e oltre

l'invisibile e uniscono il divisibile,

 per loro il terreno è sempre fertile,
riescono a guardare le cose in tutt'uno che disarma,


il tutt'uno...

 Si nutrono di ogni risorsa,

 mutando e arricchendosi,
crescono semplici,



 ma non ho mai compreso a che punto del gioco
quest' ingranaggio meraviglioso
si inceppa!.


Io parte di un ingranaggio interiore logoro e consumato
nel quale si è come prosciugato ciò che ne permetteva
lo scivolamento da una rotella all'altra,
ingranaggio
da parecchio tempo ormai
inceppato.

martedì 7 giugno 2016

Pensiero per chi non c'è più
e per chi resta attonito.
A volte le persone vanno... Via.
 Vanno via evanescenti, silenziose.
 È così che si parte per l'ultimo viaggio.
Niente fiori per alcune di loro,
 non c'è posto per leggerezze simili.
La morte è distacco,
è dolore,
incolmabile baratro.
Una domanda senza risposta alcuna.
Unico testimone e portatore di verità il tempo che li si è fermato
con l'ultimo respiro esalato
in quel luogo che per te così accuratamente
sceglierei.
 E se ci fossimo persi quell'ultima voglia insieme, perché pensavamo di avere tempo, tempo per tutto, rimarranno a noi, che muti restiamo, almeno i ricordi,
per quanto a volte struggenti.
...Sono passati due anni...
Gli mancherai tantissimo,
ti ho pensato spessissimo in questo tempo
oggi a maggior ragione.
Ciao A. M.
R.I.P

lunedì 6 giugno 2016

Vale per tutti,per tutti noi
che a volte tra caparbietà ed estenuanti ricerche
consumiamo la vita.
Alla ricerca di un equilibrio finalmente non più fittizio ma duraturo,
un equilibrio interiore, sentimentale,
equilibrio con noi stessi.
Io non lo so più  se è  necessario distrarsi o non distrarsi per arrivare a questo,
ma si, sarebbe bello se ogni tanto, in questo dannatissimo mondo
qualcuno avesse in sorte di
Trovarlo.

domenica 5 giugno 2016

Ri - flessioni...

Nemmeno il silenzio è
così  silenzioso come sembra,
prova ad ascoltare,
puoi sentire il ronzio del tuo cervello,
il borbottìi  della mente.

Vado al lavoro la mattina poco dopo l'alba,
c'è  pace
a volte pare esserci silenzio
ma è  solo l'impressione
creata dell'atmosfera
l'alba  ha i suoi non silenzi,
così  come la notte...

Forse il momento più  spettacolarmente
silenzioso è  dato
da quell'attimo  in cui passiamo
dalla realtà  a poco prima del sogno.

Privi di coscienza assaporiamo
nel sogno
l'assenza  di suono.

Ri - flessioni in silenzio.(foto Marianna)




sabato 4 giugno 2016

Paolo Conte
ha spesso parlato del dualismo
che lega profondamente
la tristezza e la felicità.
La tristezza interiore ha fatto  parte di vari artisti della sua generazione.
In qualche modo pensava che la ricerca della felicità  si potesse compiere attraverso la
Malinconia.

Io non credo nella felicità.
So che conosco bene il dolore,la fatica, il tormento,
sacrificio
ma alla fine chi può  dire di non averli mai incontrati lungo il cammino.

So anche pero
che sono stata una donna serena,
molto serena,
sono grata perché  ho avuto questa possibilità
anche se oggi
non resta più  nulla
se non un equilibrio precario
a tratti assente,
la sensazione di avere una bestia che mi logora e divora dentro,
dubbi che mi attanagliano,
e una
Malinconia spessa
che costantemente mi riporta
al ricordo di quella
Serenità  spezzata.

mercoledì 1 giugno 2016



«Volevo scriverti, non per sapere come stai tu,
 ma per sapere come si sta senza di me.
 Io non sono mai stato senza di me e quindi non lo so. 

Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene, 
a non sentirmi ridere,
 a non sentirmi canticchiare canzoni stupide, 
a non sentirmi parlare, 
a non sentirmi sbraitare quando mi arrabbio, 
a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno. 

Forse si sta meglio, o forse no.
 Però mi e venuto il dubbio e vorrei anche sapere se ogni tanto questo dubbio è venuto anche a te.
 Perché sai, 
io a volte me lo chiedo come si sta senza di te, 
poi però preferisco non rispondere che tanto va bene così. Ho addirittura dimenticato me stesso per poter ricordare te».

Soren Kierkegaard.

Spesso mi dimentico di pensare a me, erroneamente a volte credo di averne perso la stoffa di quella che sa pensare a se stessa.
Poi mi ritrovo, nei riti di miei gesti quotidiani, quelli più comuni, gesti che non gridano, che non hanno alcuna visibilità agli occhi degli altri.
Gesti che mettono cura in ciò che fanno,
in quello che toccano,
nei pensieri che sfiorano.
Li riesco a pensare a me, mi accetto, mi trovo perfino gradevole di tanto in tanto.
Li riesco a pensare a me e a  tutto ciò che porto nella bolla con me in modo assai più sereno.

Eppure penso che spesso si stia un gran bene 

Senza di me.