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sabato 23 febbraio 2013


L'amore, tutto l'amore. Compreso il suo peso... .
Coppia... .

Questa è una parola che pesa: bisogna essere almeno in due per trasportarla.
E pesa tanto a causa di tutte le altre parole che contiene: amore, casa, bugie, figli, cani e gatti ...e canarini, letto, tavolo, pelle, urla, silenzio, risate, convivenza, patto, intesa, piatti, abbandono, ritorni e molte altre... .
È così ingombra e ricca che quando la si pronuncia, grazie alla sua doppia PP, scoppia in bocca come un bignè alla crema e sazia.

Per un po', almeno, sazia. Una parola talmente ponderosa che se la metti in un posto, tipo un tavolo a pranzo al centro di una casa, quella è capace di restare là nei secoli dei secoli, così com'è. Se qualcuno cerca poi di spostarla da dove è rischia di farsela cadere sui piedi, e allora sono guai. La parola coppia infatti, sembra proprio una di quelle parole che possono andare in mille pezzi.
È pesante eppur fragile.

Coppia,
parola piccola e rumorosa, con così tante di quelle variabili da imbastirne una quantità spropositata di romanzi. Tutti diversi. E mica per forza d'amore. I romanzieri, quindi, non possono proprio rinunciare a una parola come questa.

E poi, c'è la dinamicità. La dinamicità della coppia, in continuo movimento, come un tram. Percorsi regolari o deragliamenti improvvisi. La coppia resta ferma, mentre quello che gli si muove intorno sono gli individui che ne fanno parte. È una specie di sistema di forze uguali e parallele, ma discordi, che applicata a due corpi distinti tende a farli rotolare intorno a un asse perpendicolare al suo piano. Più una giostra, che un tram. Così che, nonostante l'illusione concreta del movimento, è sempre allo stesso punto che si resta.

Se ne sono dette tante sul punto, ma questa zattera biposto alquanto sgangherata, che naviga a vista, può essere ancora molto interessante da raccontare.
E anche quando la zattera diventa una guerra, anzi la madre di tutte le guerre, ci sarà sempre qualcuno pronto a testimoniare che era un male necessario.
Qualcuno dei due, disposto a riprovarci, alla prima occasione buona.
Qualcuno pronto a mettersela sulle spalle, tentando di portarla lontano, duri quel che duri.
(Elisabetta Liguori)
 
"Personalmente credo che alla fine "incontrarsi" e diventare "coppia" voglia dire poter non rinnegare quello che si è stati e ciò che ci è accaduto e che profondamente ha segnato il nostro cammino passato non restando radicati su quei vecchi terreni ma volgendo uno sguardo positivo alla fine di ogni giorno verso quello successivo, un fare questo fondamentale per scoprire ciò che non siamo ancora."