I testi di questo blog sono scritti da me medesima, mentre la dove fossero di Autori diversi la loro firma verrà sempre riportata. Se qualcuno dovesse riconoscere scritti di lavori altrui non adeguatamente segnalati può farlo notare e provvederò alla loro rimozione dopo essermi accertata dell'esatezza della segnalazione. Le immagini presenti sono mie o sono prese dal web, preferibilmente da: Picasa - Flickr - Deviantart, per i video musicali la fonte è You-tube.

mercoledì 27 aprile 2016

http://www.conciliatempo.it/n/index.php/archivio-news/633-voci-di-donna

Si, quest'anno non me lo perdo.

martedì 26 aprile 2016

Il sorriso regalato a quel passante
un paragrafo di una pagina qualunque
la storia è un equilibrio tra le fonti
il disegno che compare unendo i punti
un patto firmato, un bacio non dato
il futuro che cambia
è una somma di piccole cose
una somma di piccole cose
Una somma di passi, che arrivano a cento
di scelte sbagliate, che ho capito col tempo
ogni volta ho buttato ogni centimetro in più
come ogni minuto che abbiamo sprecato
e non ritornerà
La salvezza in ogni grano di un rosario
ogni lettera del mio vocabolario
scavalchiamo quei cancelli uno ad uno
nelle cellule di un uomo è il suo destino
abbiamo due soluzioni
un bell’asteroide e si riparte da zero
una somma di piccole cose
una somma di passi, che arrivano a cento
di scelte sbagliate, che ho capito col tempo
ogni volta ho buttato ogni centimetro in più
come ogni minuto che abbiamo sprecato
e non ritornerà
(Niccolò Fabi  dall'album uscito il 22 aprile 2016 " una somma di piccole cose")

lunedì 25 aprile 2016

Non è obbligatorio
Non è doveroso
Non è necessario
Non è fondamentale
Non è indispensabile
Non è discutibile:

Non è meraviglioso?
Tra la realtà e l'irrealtà,
Il sogno e la fantasia,
Il letto di pagine piene,
Il non letto quando ti fu strappato quel libro dalle mani.
Si espandono gli occhi miei
attraverso filtri e
obbiettivi
che,
nonostante la fantasia
e il pensiero di
una visione intima,
che metto in ciò che fermano
con quel click,
da sempre mi han mostrato
l'aspetto
migliore e vero,
 e naturale
di ciò che per me
è essenziale
come il pane.
(Marianna)

giovedì 21 aprile 2016

Ri-Incominciare
Da li
Da qui
Da altrove,
Ri-Incominciare
Da dove...
(Marianna)

mercoledì 20 aprile 2016

I sentieri Dell'uomo...

Viandanza del 19/04/2016

Ieri la giornata di riposo dopo lo smonto notte.
L'impegno che mi sono presa, da qualche settimana a questa parte, è quello di scegliere una meta ogni fine turno e compiere quella che chiamo "Viandanza", visto che escursionista non mi posso definire.
Come già detto, per migliorare la conoscenza dei molti luoghi montani e pedemontani raggiungibili nelle Prealpi e Alpi Giulie sto raccogliendo le guide di "Sentieri e Natura", dovrò aimè tralasciare le due guide dedicate alle ferrate in alta montagna e all'arrampicata, un mondo che mi affascina  assolutamente ma che non sarò mai più in grado di accarezzare se non nei racconti di altri, come capitato in passato, o leggendone su manuali e guide...
La giornata non inizia sotto i migliori auspici, l'umore appare nel mio sentire come velato, e forse qualcosa di più, da una strana sensazione di non serenità che ultimamente mi appartiene abbastanza, il mio Viandare e il mio desiderio di conoscenza e orientamento spero, che con il tempo, mi aiutino a domare soprattutto questi stati d'animo altalenanti e destabilizzanti.
La scelta questa volta va per L'Anello di Bedovet in zona Alesso.
Si parte da quota 502 mt per arrivare a 1064, 600 mt di dislivello per una lunghezza di 8.6 km.
Per quanto mi piacerebbe far di più e mettermi alla prova con qualche difficoltà più decisa al momento non riesco a far più di questo.
 Il luogo è raggiungibile percorrendo l'autostrada sino a Gemona, usciti dal casello facilmente si seguono le indicazioni per Trasaghis e lago di Cavazzo, la strada è la regionale 512, dopo Trasaghis in poco tempo si arriva nei pressi di Alesso, li prima di raggiungere il centro del paese si imbocca una evidente deviazione sulla sinistra che porta presso un ampio parcheggio a pagamento.
Li troviamo il cartello che indica la direzione per Malga Armentaria, una strada in salita con una serie di tornanti importanti, si sale sino ad arrivare in un punto della strada in cui a sinistra inizia il sentiero forestale mentre sulla destra un piccolo spiazzo con una pedana di colore arancione dà l'idea di un piccolo parcheggio dove poter lasciare l'auto, un primo abbraccio dai monti che sormontano quella zona, il Monte Gran Pala dà il suo benvenuto.
 L'imbocco del sentiero non è segnalato da cartelli, ne del CAI, ne della Forestale, quindi bisogna fare attenzione in quanto salendo ulteriormente, quattro o cinque curve più su, ci si trova di fronte ad uno sterrato assolutamente improponibile da percorrere con l'auto.


Si inizia a percorrere la carrareccia sino a quando sulla destra si inoltra il sentiero all'interno del bosco preannunciato dal cartello CAI n° 840.
Il tratto nel bosco è piuttosto esteso, anzi caratterizza tutta la tratta, inizialmente più chiuso e fitto, nella seconda parte del percorso decisamente più aperto e arioso.
Le condizioni atmosferiche sono stupende, il forte vento che era presente a valle ora si è come dissolto, fa caldo, è necessario togliere la giacca, rimane la maglietta con le mezze maniche e comunque si suda.
Il bosco è meraviglioso e evocativo di tempi lontani, di un fare antico, sa di quella fantasia e leggenda che da sempre lega l'immaginario di molti di noi alla vita nel mondo dei boschi.
Alla base degli alberi per tutta la prima parte del sentiero le eriche fanno le padrone di casa, albero dopo albero, quasi a voler indicare la strada.
Si incontrano moltissimi Stavoli, costruzioni rurali di montagna, tipiche della Carnia e del Canal del Ferro, territori alpini della regione Friuli-Venezia Giulia,  indicano un ricovero per animali domestici: infatti in friulano stali, che corrisponde al maschile di stale ossia "stalla"



Durante la salita, a tratti anche impegnativa e costante tanto da farsi sentire sulle gambe, in particolare sui polpacci, si guada più volte successivamente il Riu dal Boschet, i primi tratti sono asciutti, salendo fa compagnia il delicato scivolare sulle rocce dell'acqua cristallina, viene quasi voglia di togliere le scarpe e mettere i piedi a bagno per un po'.
I miei problemi con le scarpe continuano a farsi sentire, non sono mai state adeguate a quanto promettevano le loro caratteristiche di scarpa Treking, continuo a usarle nella speranza che usandole si lascino addomesticare o che i miei piedi si adattino a loro, ma è un tormento ogni volta.
L'arrivo a Forchia Amula, identificato come punto di sosta a quel punto assolutamente necessaria, si riconosce per la presenza di uno Stavolo diroccato e una tavola con panchine laterali, qui ci si può rifocillare un attimo prima di rimettersi in cammino.
Da quel punto inizia una importante salita, impegnativa, sfiata e sfianca, a tratti dentro il greto del rio, si arriva così a quota 1002 mt, dove altri Stavoli, caratteristica di tutto l'itinerario, denominati "Stavoli Jof" rendono l'idea di vecchie vite appartenute al bosco.
Qui attenzione, per raggiungere la cima del monte Bedovet, e godere del panorama offerto dalla sua quota di 1067 mt, ci si deve inoltrare in salita, abbandonando il sentiero sin li seguito, un fuori pista non segnato per i restanti 65 mt di dislivello arrivando così in poco tempo agli spazi erbosi che dal monte si affacciano sul panorama dei monti a ridosso del fiume Tagliamento, altrimenti seguendo i cartelli e la mappa il percorso porta immediatamente sulla strada del ritorno facendoci compiere l'anello senza portarci in vetta.
Tornando sui propri passi si riprende il sentiero per gli stavoli Jof, in breve il sentiero inizia a discendere con una certa prepotenza, si perde quota in maniera decisa, nel giro di circa trenta minuti si arriva alla fine del sentiero trovandosi sulla strada dissestata più che sterrata da imboccare in discesa verso destra che in circa altri venti minuti di cammino porterà al punto di partenza.
Itinerario non difficile, in quattro ore e mezza , forse anche meno, sarebbe possibile completare l'anello, ieri sicuramente la condizione fisica e mentale non era quella della volta precedente, le gambe pesanti, i piedi doloranti, perfino il rapporto con lo zaino non è stato proprio un sodalizio come di solito accade, condizione mentale che è mancata quasi del tutto se non piccole riprese a tratti, nei punti più ostici del percorso durante i quali per progredire dovevo attaccarmi a qualche tronco o toccare la roccia con le mani o la terra, ecco, tutte sensazioni che mi rassicurano, mi calmano, mi placano.
La vista di due giovani Camosci sulla strada del ritorno ha allietato non poco, quasi li a salutare, per un arrivederci, chissà, sono stati li fermi immobili, sguardo fisso, a distanza di pochi metri, tanto che ho pensato si potesse correre il rischio di qualche cornata, ovviamente non è stato possibile fotografarli, al primo movimento hanno fatto due salti folgoranti e si sono come lanciati giù per la scarpata scomparendo all'interno del bosco sottostante.
A segnare la fine di una giornata bella ma non facile una mia rovinosa caduta, proprio in dirittura d'arrivo verso l'auto, non so come, il corpo si è come afflosciato di botto sull'asfalto, un tonfo da brivido sul fianco sinistro, un ginocchio sbucciato, e una strisciata sul fianco.
E anche oggi porto a casa una di quelle che a me piace chiamare
 "Le mie ferite di guerra".
Non avrò ancora vinto la guerra ma questa battaglia si....

martedì 19 aprile 2016

Mi sarebbero necessari
Occhi nuovi
Vuoti di tutto,
Da colmare del
Mai visto
Parole nuove
Non dette mai,
Per tornare ad essere
La spugna nuova
Che tutto
Assorbiva e
Tratteneva.
Troppo spesso
Incompatibile a me stessa
Come posso pensare
Di essere compatibile
Con gli altri.

domenica 17 aprile 2016

Mi piacerebbe essere una scrittrice,
avere una fantasia fervida
che mi permettesse di
raccontare storie straordinarie e bellissime.
Mi piacerebbe essere capace
 di scrivere poesie,
poesie con versi incisivi e forti,
pensieri chiari e netti,
tanto che se li lancessi contro un vetro
si romperebbe.
Mi piacerebbe saper scrivere,
essere letta,
attraverso la lettura
compresa.
(Marianna)

venerdì 15 aprile 2016

Sentieri dei fiori...14/04/2016

Il desiderio e il bisogno di muovermi è sempre più intenso.
 L'impossibilità di potermi esprimere in quel senso, quando si verifica, mi opprime.
Così ho deciso che adesso i testi e le informazioni dettagliate non mancano, decido che se negli anni passati sono riuscita a realizzare degli obiettivi, anche se a volte non senza difficoltà, posso continuare a provare ad arrivare Ovunque...
Ne ho bisogno, medicina, cura, terapia, qualunque cosa sia mi fa bene, mi tempra, mi rafforza, quindi così sia.
Mi è sempre piaciuto camminare, il contatto con la natura, la montagna.
Sicuramente non nasco come alpinista, non sono certo una lince rispetto all'orientamento, non potrei mai essere una guida alpina, un'escursionista esperta!?
No, purtroppo nemmeno quello.
Piuttosto una viandante, bisogno di andare, scoprire me stessa e il mondo che mi circonda.
Ma credo che chi ha radici più profonde delle mie,
 chi si definisce alpinista, escursionista, e tutta una vasta serie di termini che quasi impressiona lassù tra piccole cime e imponenti vette, non abbia il diritto di dire "ma tu così non ci sei nata, mentre io si".
Cosa determina ciò che siamo sempre stati dentro di noi se non anche il nostro Divenire!?.
Esatto, io non ci sono nata, ma ci sono diventata... Una viandante... E continuerò ad esserlo finchè potrò.
Mi sono riproposta che, dati gli impegni di lavoro che comprendono anche turni di notte, dedicherò la giornata dello smontante notte al riposo e al recupero fisico, mentre nella giornata di riposo mi prefiggerò una meta nuova ogni volta.
Mediamente un'escursione ogni 4 giorni, non male tutto sommato.
E così sia...
Nella precedente escursione in cui la scelta fu tra uno dei vari itinerari proposti dal libro "I sentieri dell'acqua" la natura mi ha preso per mano, mi ha dato una mano,
dopo un inizio stentato, spaurito, indeciso in cui quel filo di unione, tra me ribelle a me stessa e tutto ciò che di selvaggio e ribelle avevo intorno, non si faceva trovare.
Poi successe qualcosa, e quel filo non si è spezzato, bensì rafforzato a mano a mano che decidevo di proseguire, non mollare, decidevo di sentirmi, di sentire Lei, così come sapevo che ne ero capace un tempo e ne sono capace ancora ora.
Ieri dunque la mia amica Natura mi ha di nuovo parlato, mi ha preso per mano e mi ha detto:-Andiamo Marianna-.
Il tempo di prima mattina era brutto, nubi intense e basse, pioggia, che proprio nel momento in cui decidevo se mettermi in viaggio o desistere, si faceva sempre più intensa.
Sono nervosa, mi viene il magone al solo pensiero di dover rinunciare e restare a casa, già dopo la fine del turno precedente il mal tempo mi aveva messo il bastone tra le gambe, no oggi no, tiro giù un bel Vaffanculo alla pioggia e decido che oggi non si rinuncia.
La meta è l'Anello del Col Manzon da Travesio.

Anche qua la possibilità di arrivare senza autostrada, si percorre la strada statale in direzione Spilimbergo-Maniago, Sequals-Meduno, Usago-Travesio.
La mia assurda memoria visiva come al solito contribuisce a farmi riconoscere strade, luoghi.
Il concessionario che vendeva auto usate non c'è più, adesso il piazzale, dove prima erano esposte le auto è completamente vuoto, al suo posto un grande negozio di piante e fiori.
Quando si giunge a Travesio si prosegue per poche decine di metri verso Borgo Riosecco, li è possibile lasciare l'auto e incamminarsi.
Cinquecento metri di dislivello, una difficoltà per escursionisti, ma non tanto perché il tracciato presenti delle difficoltà particolari, ma sale velocemente, la pendenza è intensa quasi per tutto il tracciato, la lunghezza di 7,3 km.
I segnavia, almeno nel primo tratto, non sono troppo ben segnalati, la difficoltà iniziale sta nel capire da dove intraprendere il sentiero attraversando le viuzze del paesino.
Un errore iniziale fa si che la fornace rimanga a destra anziché a sinistra, come era indicato sulla cartina, questo alla fine non determina nulla di grave se non un leggero allungamento del percorso.
Si inerpica così un ripidissimo sentiero immediatamente all'interno di un bosco fitto, profumato, pieno di Castagni, un po' di pietre non fisse e scivolose, ma non una vera e propria pietraia.

La erta mette da subito a dura prova le gambe, i polpacci, i muscoli, il respiro, ma sentire i battiti che all'inizio sono come impazziti dentro al mio petto è una sensazione bellissima, oggi sono felice, mi sento viva, mi sento io ed è una maledetta e benedetta sensazione che ogni volta mi commuove e anche adesso, mentre sono qua che scrivo non posso trattenere lacrime che così tanto sanno di me e del mio sentire.
La vegetazione è varia, ricca, tutto in fioritura, primule, pervinche e erba trinità che non conoscevo, formata da fiori a 6/9 petali di colore azzurro violaceo.
Come a fare da tappeto il sottobosco interamente ricoperto da foglie secche, residuo dell'inverno, ricci vuoti, muschio dappertutto, impronte di cinghiali e di altri abitanti del bosco che non ho riconosciuto.
La carrareccia inizia ad essere segnata con pennellate di color arancione, sembrano vecchie e sbiadite, solo più su si iniziano a trovare i segnali classici del CAI con le due strisce una bianca e una rossa che sono chiare e abbondanti anche sulla strada del rientro.
Arrivati in cima, alla fine del bosco ci si trova su un sentiero pietroso che alla destra scende, a sinistra sale consentendo di salire ancora forse 150 mt di dislivello per arrivare nel punto di maggiore elevazione del Col Manzon che raggiunge quota 738 mt.
Intanto, nel salire,  modeste aperture tra alberi e cespugli del bosco permettono di intravedere lo splendore di tutto ciò che si trova a valle.

In cima si apre una vista stupenda sulle valli sottostanti, campi come disegnati da una mano divina e perfetta, la fioritura dei campi di Corniolo creano ampie distese di un giallo manto. Tutto intorno un abbraccio di monti e altri colli che invoglia a restare lassù in pace per un po', a coccolare il viandante una fitta vegetazione dall'aspetto assolutamente carsico,
fiori colorati ovunque che vanno dal giallo brillante, al viola, all'azzurro,
 non manca il bianco, ed erano presenti delle farfalle meravigliose alcune interamente di colore giallo (tipo citronella, si, facevano venire in mente proprio lei), altre bianche con una evidente linea giallo splendente ai lati delle ali, danzavano tra i fiori in coppia a volte in tre, chissà forse il periodo degli amori e delle danze come arma di conquista... Una delle tre, di solito quella bianca, ad un tratto si poneva a terra, con il corpo rivolto verso l'alto, forse una femmina, chissà, e poi riprendeva repentinamente il suo volo e le altre due a inseguirla senza darle tregua...

Il Monte Ciaurlec che è forse quello che riempie maggior parte della visuale, il Monte Pala che pare li a pochi passi, il Monte Davanti e la vicina Casera Davass a circa 15 minuti di cammino.
La via del ritorno è piuttosto agevole, un incrocio tra carrareccia e mulattiera, una inclinazione non eccessiva, scende più dolcemente rispetto a quanto repentinamente sale.
Dopo due ampi tornanti un sentiero si snoda a destra, è quello che porta all' Ancona della SS. Trinità,
ecco, di nuovo, mi ricordo di questo monumento votivo con le due bombe ai lati e la piccola Cappella, sono già stata anche qui, non mi ricordo quando, non ricordo per dove, ma la mia assurda e sempre presente memoria visiva riappare.
Da li in poi rammento passo dopo passo tutto il sentiero del ritorno, le pietre, i muretti, i giochi di chiaro scuro delle ombre prodotti dal sole che verso le tredici è spuntato fuori luminoso e caldo...
Il sentiero finisce sulla strada asfaltata, la si imbocca in giù verso destra, circa 2,2 km per tornare a Borgo Riosecco lasciando a sinistra l'agriturismo Alle Genziane e dopo pochi metri la palestra di roccia a destra.
Fatta...
Per la prima volta, dopo mesi, sono riuscita a fare qualcosa per me e nella testa non avevo niente altro se non pensiero, dedizione e concentrazione su di me e su ciò che stavo facendo.

(Le foto presenti in questo Post sono state scattate da me con Fotocamera Reflex Sony alfa 37)



mercoledì 13 aprile 2016

Forse
le ombre che vedo,
che continuo a vedere,
continuano a essere li
perché voglio
che quelle ombre
rimangano qui.
Non basterà
la luce del giorno
a farle svanire
così
salvandomi.
(Marianna)

martedì 12 aprile 2016

Che ne so delle ombre?
Conosco le Ombre,
non create dal sole,
quelle che non riposo la notte,
quelle che son tormento di giorno,
per terra appiccicate,
ti inseguono sui passi,
come resina appiccicosa
su di te
che non lavi via
col panta rei
dell'acqua.
(Marianna)

domenica 10 aprile 2016

Vado,
mi assento
ma solo per qualche breve momento.
Occhi per aria
appesi al soffitto
o fissi e persi
in qualche posto
non scritto.
Non mi dissocio
anzi ben conscia sono,
solo irrinunciabili partenze
vere e proprie esigenze,
non mi si può trattenere,
sono la mia bolla,
forma di isolamento,
solo così
entro in contatto con ciò
che sento,
oltre l'apparenza
ogni tormento.
(Marianna)
Se si spezza!?...
Meglio sarebbe
 un colpo secco
e via,
crick,
un attimo,
E...
Non sapere,
non sentire
Più nulla,
come non essere
nati mai.
Ritornare in quel torpore
di incoscienza ancestrale
in cui nulla
può più far
provare dolore.

giovedì 7 aprile 2016

Più lievi appariranno
le aspre salite,
Meno scivolosi
I tratti discendenti
Più inclinati.
Sarete il mio appoggio
Nelle ripide erte
Sostegno nelle scoscese discese
Quando giungerà
Il momento
Del mio ritorno
A Valle.
(Marianna)

martedì 5 aprile 2016

Sentieri dell'acqua.

L'ultima escursione seria credo sia stata quella dello scorso giugno attraverso la Panoramica delle Vette sino alla cime del Monte Crostis.
Un paio di visite a Lokua, pressa la Foresta di Ternova, in cerca di temperature più fresche e asciutte che si aggiravano intorno ai 20/21 gradi, mentre a casa si sfioravano i 40°, e poi...il nulla
Una lunga estate, calda, troppo calda, l'afa, l'umidità, dolori fisici, fastidi fisici, l'impresa dell'acquisto della casa, e poi....e poi, e poi, e poi...
Tutta una serie di "e poi" per nulla trascurabili e per nulla privi di conseguenze e non solo per me.
Nell'ultimo periodo mi sono concentrata sull'acquisto di libri che mi aiuteranno senz'altro nella ripresa,
dico ripresa e basta.
Ho passato mesi e mesi girovagando tra le vigne del collio,
le ho viste cambiare attraverso le stagioni, ora basta, non ne posso più,
un bisogno di movimento diverso...
Liberare la mente,
scaricare la tensione,
 il tormento che chiunque può trovare nei miei occhi ormai da mesi..
I sentieri dell'acqua, una delle guide di "Sentieri e Natura" mi offre l'input per un primo tentativo.
La scelta va sull'anello del Monte Stella, da Tarcento, in cima al quale si può godere di una ampia panoramica sulle Prealpi Giulie.
Si arriva senza autostrada, in relativamente poco tempo, Tricesimo, Tarcento, riconosco i posti, i loro nomi, e vedo...
 Li ho attraversati decine e decine di volte negli ultimi anni...
Alta Val Torre, i posti mi rammentano la strada per la palestra di roccia dei Ciclamini.
Non un dislivello eccessivo, 600 mt, periodo indicato gennaio-febbraio-marzo, lunghezza km 8,8, circa 4 ore, per escursionisti, il che indica caratteristiche appartenenti alla maggior parte dei sentieri, itinerari a tratti protetti o assicurati con passamani o scalette, un terreno vario, forse un po' più di impegno fisico...
La guida da un'avvertenza:
Il tratto in salita sino a Malamaseria non è più mantenuto da tempo, si sta deteriorando rapidamente e richiede un certo spirito di adattamento...
Sarò in grado, sarà vero....?
Alla partenza un passo accompagna l'altro. Riprovo, dopo tantissimo tempo,
 la sensazione del peso e della fatica che mi dà lo zaino sulle spalle.
Ho fatto anche fatica a legarmi ad esso nel modo giusto, li per li non mi sentivo nemmeno in contatto con esso.
Lo zaino, il mio fardello,
i passi incerti su un terreno che come la guida aveva anticipato sento ostile.
Torno indietro, io di li non posso passare. Traiettorie strette, solo un piede dietro l'altro, tutto mi sembra scivoloso, pericoloso, dove trovo un po' di fiducia.?
Conosco bene queste gambe che tremano,
 il respiro che si affanna,
ma non per la fatica,
 il cuore che, bum, bum, bum, mi spacca il petto, mi ammagono, potrei piangere...
Non sono io, non è per me, non ce la posso fare...
Voglio andare via...
Ma no, non mi piego, un ennesimo fallimento, anche qui, no, no, no.......
Il sentiero si arrampica ripido dentro al letto del fiume,
si svincola da me o io mi svincolo da lui, non so.
Un sentiero irrequieto a dir poco, irrequieto come me, rispecchia il mio stato d'animo, tremori percorrono il mio corpo,
i passi sono ancora insicuri e lo saranno per un bel tratto.
Mi guardo intorno, osservo il terreno, cerco appoggi sicuri per i piedi, le scarpe sempre quelle e il grip che non hanno mai avuto, pezzi di terra cedono sotto i miei piedi,
qui come nella vita.
E' come fare piccoli passi verso il profondo.
Ho paura.
Piano, piano, mi spingo ancora avanti, tengo un profilo basso, rispetto verso tutto ciò che ho intorno,
inizio a afferrare alberi, il contatto con la corteccia mi rassicura e mi permette di procedere.
La terra, i muschi, colori, odori,
 il contatto con le mie mani, ciuffi di vegetazione, forti e ben radicati in quel terreno, anche loro mi rassicurano, come la corteccia prima e mi aiutano anch'essi a continuare.
Sento la possibilità di riuscita, Lei mi da una mano...Riprendo il controllo del corpo, meno rigida, il cervello inizia a essere lì con me, arrampicato lungo il letto del fiume, prima no...
Lei mi dice così:

"Ti prometto che non ti succederà niente.
Calmati, respira, allunga la tua mano, tieniti qua.
Veglierò su di te, i tuoi passi camminano su di me e io sono con te sotto i tuoi passi.
Non tremare, non ve ne è motivo.
Non fermarti, non accetteresti l'ennesimo fallimento, una nuova rinuncia.
Getta via il sapore acre delle tue paure.
Sono la Natura, ti sono amica, ti ho capita, so chi sei, cosa provi,
conosco i tuoi ostacoli, le prove che hai perso e quelle che ancora puoi vincere.
Ti ho capita pur dovendoti mostrare questo tuo animo inquieto ma pur sempre un animo umano.
Guardami, sentimi, entra di nuovo in quel contatto di raccoglimento, te lo ricordi?...
Rimani con me e imparerai a sentire nuovamente la saggezza che è in me, sacra"

Tre passi avanti, poi scivolo, uno indietro, ecco... Ma a conti fatti sono due passi più avanti di prima.
Il bosco si apre, diviene più luminoso, la salita ancora ardua mi mette a dura prova ma vedo il cielo benché sia coperto dalle nubi oggi.
La fronte meno corrucciata, lo sguardo più luminoso, i passi più sicuri e ritmati da un incedere più regolare così come il mio respiro.
Vedo la meta avvicinarsi, le paure è come se scivolassero giù per la scarpata.

"Hai visto?
ora tutto intorno a te si apre, ti senti ora libera, libera di respirare, hai il volto rilassato, quel volto che solo io di te conoscevo.
Una tappa, sei riuscita nel raggiungimento di un'altra piccola tappa.
Stasera tornando a casa pensaci, pensami, domani ti sentirai più saggia, più matura, spero meno tormentata.
Oggi ti ho dato una lezione, una dura lezione,
una lezione che conosci bene, la abbiamo già affrontata altre volte,
una lezione che come tema aveva "La tua vita".
Sono orgogliosa di te per quello che hai affrontato oggi.
Non perdiamoci di nuovo, ti aspetto presto"

Per sempre tua Amica
La Natura.



sabato 2 aprile 2016

" Avevi il passo incerto di chi si appresta a lasciare ogni cosa,
il passo della paura.
Non ti voltavi indietro perché se lo avessi fatto
 la terra si sarebbe aperta sotto i piedi,
 saresti caduta e la terra si sarebbe richiusa.
Con il sorriso melanconico di chi porta con sé suoni lontani,
vite perdute che non si salvano più.
Il passo della nostalgia.
Come chi anche dalle soste non sempre esce,
a volte vi si rimane prigionieri,
e dopo un certo periodo si sparisce.
Hai la postura di chi ancora non sa
dove sia diretta e per quanto tempo,
eppur eri consapevole di dover partire.
Quanta risolutezza, quanto terrore, quanta speranza?
Sentimenti e sensazioni.
Si potenziano si rimescolano fra loro.
Distinguere risulta difficilissimo.
Tanti cammini, tutti diversi e pur sempre gli stessi,
il cammino della gioia, quello del dolore,
il cammino della malinconia, quello dell'apoteosi,
disperazione, agonia,
o della leggerezza, fortunati quando lo si percorre.
Nel cammino c'è tutto..."

(Li dove hanno origine le domande-Luigi Nacci)
(Camminando in cresta
 per raggiungere la Vetta
 per non far ritorno più.)