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martedì 30 settembre 2014

venerdì 26 settembre 2014

Commiato...24 Settembre 2014

"La morte non é niente.
Sono solo passato dall'altra parte.
É come se mi fossi spostato nell'altra stanza.
Come se fossi nascosto dietro l'angolo.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Tutto quello che siamo stati l'uno per l'altro lo saremo ancora".
(Sant' Agostino)

É impossibile in questi giorni non averti qui con noi.
Tutto ció che ha significato la tua presenza e, tutto ció che rappresenta la tua assenza aleggia e aleggerà a lungo,
forse per sempre.
Avrei voluto incontrarti in altre circostanze ma, non ho mai pensato fosse giusto insidiare i pochi momenti di incontro che tu e Roberto avete potuto condividere in questi ultimi anni.
E chissà quante cose avete dovuto lasciare in sospeso e quante sono rimaste inespresse.
La sensazione che più mi ha smarrito é quella che non mi sono sentita io estranea per te,
bensì,
ho sentito estranea a te quella coroncina di persone che parevano essere li più a rappresentare loro stesse,
ogniuna con le sue ragioni, verità e volontà, ma,
nessuno a rappresentarti veramente.

Spero che tu abbia potuto sentire l'abbraccio ultimo di persone che si sono tenute un passo indietro rispetto a tutta quella mancanza di coesione,
te lo hanno portato in silenzio e con la riservatezza che li caratterizza da sempre.
Troppe parole, comportamenti e gesti, a tratti quasi inopportuni
e anche nel tentativo del raccoglimento tutto pareva così irreale, artefatto.
Forse tutto questo,
ha fatto solo parte della manifestazione della follia alla quale puó portare un grande dolore.
Rattrista pensare che,
probabilmente,
anche nel momento del commiato,
gli eventi non si sono svolti come avresti desiderato tu.

mercoledì 17 settembre 2014

Una mamma non dovrebbe essere "madre contro", mai,
una figura verso la quale tendiamo pensieri e azioni,
tutto ciò che per noi era un'impresa importante,
 che forse non ha mai avuto un plauso, un riconoscimento benché minimo,
un sorriso.
La sensazione?
Non essere mai riusciti a far breccia nel suo cuore,
eppure di madri contro ne è pieno il mondo.
Un Papà non dovrebbe essere una figura verso la quale tendiamo pensieri e azioni,
avendo la sensazione di non riuscire mai a raggiungerlo in quanto a perfezione e bravura.
Eppure di padri contro ne è pieno il mondo.
Siamo in grado di fare danni irreparabili nei confronti dei nostri figli
 nel tentativo di portare a compimento
una delle "missioni" più antiche e più difficili del mondo: l'essere genitore.
Dovremmo tutti solo essere capaci di vedere l'essenza della magnificenza dei nostri figli,
anche quando questa ci sembra imperfetta nel soddisfare le nostre aspettative.
I figli non devono e non possono essere ciò che noi vorremmo.
Loro sono da piccoli semi a pianta in crescita, sino a fiore sbocciato, miracolosamente,
ognuno con la sua splendida forma, meravigliosi colori e profumi che inebriano la casa,
tanto da poter riconoscere il tuo in mezzo a una moltitudine.
Quando si percepisce più la pretesa di perfezione che non L'Amore si verifica ciò che  non lascia più spazio a nessuna correzione,
nessun chiarimento, il punto maledetto del non ritorno,
nell' impossibilità di svincolarsi da quel sentirsi figlio o figlia
incompresi, che diventa un peso insostenibile che condiziona ogni aspetto della vita.
Una punizione autoinflitta o un modo estremo di punire chi resta, che probabilmente continuerà a non comprendere?!.
Scrivo per te oggi, amico mai incontrato.
Ti scrivo perché ho conosciuto e ancora conosco un dolore come il tuo.
So bene quanto può far male e quanto faccia ancora più male
non riuscire a svincolarsi da un bisogno di dimostrare senza mai fine,
che non sarà mai abbastanza, può servire solo a divorarci  l'anima, i pensieri,
allontanandoci dai desideri, dagli obbiettivi e da tutto ciò che
poteva e doveva essere veramente importante per noi stessi.
Mancherà soprattutto a due piccole piantine in crescita
tutta quella splendida essenza di emozioni e di visioni, di sentire, potenzialità
che avevi da donare là dove avessero gradito raccoglierle,
ma che ad un certo punto non hai più visto.
Però sono certa che ora puoi vedere tutto con la chiarezza e finalmente la serenità che qua non ti è stata concessa.
Per cui ti chiedo una cortesia:
corri, corri in mezzo alle tue montagne;
corri libero per il vero piacere di farlo e finalmente senza dover dimostrare nulla a nessuno,
arrampica, come mi hanno raccontato che sai, su appoggi e appigli anche minimi,
raggiungi la Vetta, questa sai che è la più alta e maestosa che tu abbia mai raggiunto.
Sarai già li da un po' adesso,
finalmente al sicuro dagli spigoli troppo taglienti della vita, assai peggio di quelli che hai conosciuto in montagna,
 allarga le tue braccia, respira, sorridi e
gioisci per tutto ciò che sei stato e che per sempre resterai.