I testi di questo blog sono scritti da me medesima, mentre la dove fossero di Autori diversi la loro firma verrà sempre riportata. Se qualcuno dovesse riconoscere scritti di lavori altrui non adeguatamente segnalati può farlo notare e provvederò alla loro rimozione dopo essermi accertata dell'esatezza della segnalazione. Le immagini presenti sono mie o sono prese dal web, preferibilmente da: Picasa - Flickr - Deviantart, per i video musicali la fonte è You-tube.

lunedì 25 dicembre 2017

....

Odio il Natale, ma, amo il Grinch,  il suo cane travestito da renna e la sua vecchia e mal messa cigolante slitta.
Odio il Natale perché per augurare del bene alle persone che per noi sono importanti non abbiamo bisogno certo di questo giorno. Odio il natale perché chi è solo si sente solo ancora di più, perché chi ci  manca, ci manca ancora di più,  perché mi ricorda il passato, mio padre che è stato il mio eroico Babbo NATALE di specialissimi tempi andati.
Lo odio perché ti fanno credere che in questo giorno siamo tutti più felici,  mentre sono più serena e a volte felice in un qualunque altro giorno dell'anno,  quando salgo in montagna o quando mi alleno in palestra o addirittura quando lavoro o studio, ma non a Natale.
Scomoda e antipopolare Marianna, come sempre, ma alla fine è stato il marchio che mi ha contraddistinto soprattutto quest'anno, pecora nera controcorrente, un pò persa, in mezzo ad un mondo di giusti nel quale tutti sanno tutto...❤



mercoledì 20 dicembre 2017

Per chi suona la campana...

Credo che
Mai come quest'anno
Mi sono interrogata su molte cose,
Ho avuto dubbi, mi sono messa in discussione, mi sono portata dentro parole ridondanti di ogni possibile eccessiva abbondanza di significati.
Sono stata giudicata, criticata, messa nella posizione di dover dare spiegazioni.
Alla fine, adesso ho capito.
Ho capito che chi ti accusa di "essere cambiata" in realtà ti sta scaricando sulle spalle e sulla coscienza un cambiamento che non è tuo ma suo.
Ho capito che, entrare in intimità con una persona, amica o amico che sia, è una questione seria e alquanto delicata, ci sono intimità che vanno custodite in un posto sicuro, inviolabile.
Ho capito che esistono i campanellini di allarme, i soliti che ogni volta faccio finta di non sentire...
Col senno di poi li avevo avvertiti tutti in realtà,  uno ad uno, in una successione precisa e regolare.
Propositi per il nuovo anno:
Vietato credere che l'intimità sia possibile. 

lunedì 27 novembre 2017

venerdì 24 novembre 2017

Il pensare a
Qualcuno, qualcosa,
Mi consente di essere dove vorrei
In punta di piedi
Senza farmi vedere
Pur restando "al mio posto".
Delicata forma di vicinanza.

Bullet-proof

Non era anti-proiettile ma,
quantomeno aveva imparato a schivare.
Così si senti' dire che non sapeva stare da sola, che non sapeva resistere e lottare, che cercava solo compassione dalle persone e molto altro, altro ancora...
Schivo' una lunga serie di colpi, bassi e a tradimento, inflitti con varie armi molte delle quali lei neppure conosceva.
Tra alcune ferite che stentavano più di altre a rimarginarsi,  solo qualche graffio qua e là.
Ormai c'erano colpi che non le potevano più far male.
Non l'avrebbero più sconfitto con le parole che su di lei avevano sempre avuto l'effetto è il peso di un masso scagliatole addosso.
Lei sapeva che aveva combattuto e vinto ben altre guerre, lo aveva fatto da sola, a modo suo certo, ma ogniuno trova il suo modo...
Sola aveva costruito il suo rifugio dentro se stessa, stava bene attenta a chi concedeva di entrare.
 Nessuno mai scommise su di lei ne avrebbe mai scommesso.
Ma la grande sfida non era più dimostrare ad altri che era capace di fare, di essere, di divenire.
Lei era arrivata al punto in cui aveva compreso che
 era, faceva e diveniva.
Niente avrebbe dovuto e potuto più farle paura tanto da impedirle di procedere sul cammino che aveva scelto...
Ennesima salita, non sconfitta dalla fatica, solo lassù toglieva la sua corazza, apriva le braccia e lanciava all'orizzonte il suo grido liberatorio, come antidoto a tutto quel veleno che avevano tentato di iniettare.

mercoledì 22 novembre 2017

Strana la vita.
Quando ero giovane
Forse meno forte di adesso ma
Piena di speranza e tutto sembrava
Limpido e chiaro,
Pensavo che
sarei invecchiata
Accanto a qualcuno,
Era già pronto
Un vecchio divano
Sul quale
Avremmo ricordato insieme
Tutte le avventure di una vita.
E oggi.
Oggi non so neanche se
Invecchiero'.
Strana la vita e
Il modo prepotente
Con il quale
Ti cambia.


martedì 14 novembre 2017

Ricorrenze....

Un pensiero per te
Luciana,
oggi se non mi sbaglio
È il tuo compleanno.
Ci tenevi e
Per alcuni sembrava strano
Alla tua età in fondo
Cosa ci sarebbe da "festeggiare"....
Buon compleanno che tu possa trascorrere
La giornata
Come meglio credi! ❤

martedì 31 ottobre 2017

Meravigliose giornate d'autunno,
che con un velo di malinconia
dietro agli occhi vedo scivolare via,
così...
come imprigionata
 dietro ad una finestra alta,
quasi mi devo mettere
in punta di piedi per osservare fuori.
Un tempo ci saresti stato tu a dirmi:
Domani andiamo a fare una escursione  in montagna,
"lassù ti ci voglio proprio portare".
Andarci insieme
era la più bella scoperta che
 ogni volta facevamo l'uno Dell'altra ❤

lunedì 30 ottobre 2017

Attese di arrivi...improbabili

Ogni tanto
Penso ancora che tu
Stai arrivando,
Così,
Giusto per
non dimenticare
La sensazione
Che mi dava
Che mi davi
Che mi dai...
Era bellissimo.

mercoledì 25 ottobre 2017

Di velluto e di granito...

Anima chiusa in
Fragore di pensieri
Parole che ho detto
Parole che
Non mi hai lasciato il tempo di dire.
Amate, odiate, giurate,
Quelle che mi hanno rapita,
 Colpita
Anche se finte
Nascoste nella rabbia.
Come circondata da muri
Ora di velluto,
 ora di granito,
Esse rimbalzano
Sbattono,
Il loro eco vibra,
Prendono forma, colore,
Ricordo ogni sapore,
Ancora sanno di vita....
Di quella Vita niente più.
A volte credo sia stato
Solo un Sogno.❤

25 ottobre 2011...

Il 25 Ottobre 2011, alle 20.45 di sera, a fine giornata, scrivevo così :

Un pomeriggio d'ottobre,
grigio, piovoso,
a parte che noioso
come potrebbe essere
per molti!?

Pensare che
la spinta oggi è partita da un semplice mal di testa
che forse di semplice non aveva nulla,
era un male fatto di consapevolezze,
di impossibilità d'azione,
di....un tempo inutile.

Poi basta un accenno,
un cenno sottile,
un si pronunciato tra righe ancora non scritte,
senza l'insistenza che cerca qualcosa o qualcuno
a tutti i costi,
e una volta di più
assapori quanto il semplice sia
mai banale, mai scontato,
e quel male che avevi passa
non te ne accorgi
non sai perchè,
e li per una volta
non ti senti diversa,
ti senti al posto giusto,
nel momento giusto.

Un pomeriggio qualunque,
 ti un ottobre qualunque?

No, e lo dico
senza il condizionale che tanto mi appartiene,
e fisso il momento
mentre giunge l'ora di
rientrare.

Non sapevo ancora cosa mi aspettava, cosa ci aspetta a dopo quella prima passeggiata,
quanta strada facemmo, quanti posti incontrammo incontrando noi stessi ogni volta.
Di certo oggi so che nulla sarà mai più lo stesso dentro me.
Segni inequivocabili,
Inimmaginabili,
Incancellabili...
Il tuo segno.❤

martedì 24 ottobre 2017

Parla l'assenza...

Non ho ancora compreso
Se
Il tuo silenzio
È perché mi stai
Aiutando
O
Odiano...
Forse un giorno
Il tempo
Avrà voglia
Di spiegarmi...

venerdì 20 ottobre 2017

Sapore...

Amo ancora
Il sapore delle cose buone.

Lo cerco
Lontano dalle persone,

In luoghi
Che ora sembrano immensi
E desolati,

Erano Vita
Quando te ed io
Li abbiamo accarezzati...

Si, noi avevamo
Il sapore
Delle cose buone.

Mani e memoria...

Ci sono cose,
Ci sono posti che
Ogni giorno vedo,
Ogni giorno tocco,
Ogni giorno vado a trovare,
Ogni sera ripongo con cura,

Per me non sono mai state
Completamente mie,
Condividerle con te
È stato....
Qualcosa di grande.
In qualche modo
Continuo a farlo,
Condividere con la tua assenza.
(Gradina)

"Le mie mani ti ricordano
più profondamente della
memoria.
Jannis Ritsos"

mercoledì 18 ottobre 2017

Vuoto...a perdere...

A volte
Una persona va via dalla nostra vita.
Il vuoto che lascia
È talmente imponente
Da non dover e poter
Essere riempito con niente.
Rimane un vuoto
Eterno,
Incolmabile,
Mr. ErBy.
Ma sai cosa:

Le tue mani
Non erano
Per niente
Insicure...

Carlos Ruiz Zafòn...

Pensavo
 ti fossi dimenticato di me,
 disse.
Ci ho provato.
(Carlos Ruiz Zafòn)

Ci sei riuscito,
Ormai lo credo davvero,
Io no,
Nemmeno ci provo più,
Così vivo ogni giorno
Con questa gioia
Con questa dannazione ❤

Essere più umani. Ce lo dovevamo...

E le cose non farebbero male,
ma si avvicinerebbero
 portate dalla corrente,

si potrebbe prima sfiorarle e
poi toccarle e
solo alla fine farsi toccare.

Farsi ferire, anche.
Morirne.
Non importa.

Ma tutto sarebbe finalmente
Più umano...
(A. Baricco-Oceano e mare).

Ce lo dovevamo, oltre la rabbia, oltre il profondo senso di perdita e disperazione (che è stato anche peggio della tua rabbia)
"Irrisolto"
Solo tuo il mio tormento...Mr. ErBy

martedì 17 ottobre 2017

Ho percorso questi chilometri ma camminando in linea retta
Non saprai mai
com'era stare bene

Sto sprecando
 i miei anni giovani
Non importa

Sto rincorrendo vecchie idee
Non importa
(Parole Stese Senza Pretese.
17/10/2017 Località Pietrarossa)

lunedì 16 ottobre 2017

Quando la
Direzione da prendere
Dovrebbe essere
Opposta a
Quella dei
Nostri pensieri.
Eppure
Io no...
Ben mi sta!

domenica 15 ottobre 2017

venerdì 13 ottobre 2017

....chiamale se vuoi emozioni...

...ti ricordi...
Cantavamo Battisti,
in macchina,
 avevamo scelto  San Leo
e San Marino quella volta,
 era Dicembre.
Tentavamo di esorcizzare l'arrivo del Natale così...
Ci rimanevi male perché mi veniva bene la seconda voce,
mi dicevi:
"impossibile che ti venga naturale, chissà quante volte l'hai provata".
Credo Mr. ErBy che
Sabato sera la canterò di nuovo,
sarà impossibile non pensare a te, a noi,
 ai nostri canti liberatori.❤


giovedì 12 ottobre 2017

L'ultimo bacio...

"Prima mi guarda negli occhi...
poi ride...
e poi si addormenta...
Posso fissarla per ore...
ascolto i suoi respiri e provo a guardarmi da fuori...
e allora la mia vita non mi sembra niente male...
in fondo non c'è nulla che mi manchi davvero, davvero nulla...
...è allora questa la felicità?
...io penso di sì."

• Carlo (Stefano Accorsi)

▪ L'ultimo bacio

E per me lo era,
La felicità quando
La sera stanca riuscivo
a ridere un attimo prima
Mentre guardavamo cretinate in TV
E un attimo dopo
Mi addormentato sul tuo petto che
Si Muoveva al ritmo delle tue risate.
Ma eri tu, c'eri tu,
E questo per me bastava,
Era la felicità
Mr. ErBy...

sabato 23 settembre 2017

Hurts Like Hell...

Come posso dire questo senza rompermi?
Come posso dire questo senza cadere?
Come posso spiegare con parole
Quando è fin troppo per la mia anima sola?
Ho amato, ho amato e ti ho perso
Ho amato, ho amato e ti ho perso
Ho amato, ho amato e ti ho perso
E fa male da morire
Si, fa male da morire.
Io non voglio che loro sappiano i segreti
Non voglio che loro sappiano il modo in cui ti ho amato
Non credo loro capirebbero, no.
Non credo che loro mi accetterebbero, no.
Ho amato, ho amato e ti ho perso
Ho amato, ho amato e ti ho perso
Ho amato, ho amato e ti ho perso
E fa male da morire
Si, fa male da morire.
I sogni combattono con macchine
Dentro la mia testa come avversari
Combattimi gratuitamente
Pulita dalla guerra
Il tuo cuore calza come una chiave
dentro alla serratura sul muro
L'ho capovolta
L'ho capovolta
Ma non posso fuggire
L'ho capovolta
L'ho capovolta
Ho amato, ho amato e ti ho perso
Ho amato, ho amato e ti ho perso
Ho amato, ho amato e ti ho perso
E fa male da morire

Caro amico ti scrivo.....

A modo mio
è una forma di coraggio,
non c'entra nulla l'etica o la morale
dietro la quale ti nascondevi.

E' il mio coraggio.
Ho perso il compagno ma
ci potevamo conservare come "Persone".

Quelle almeno
 potevamo non perderle,
e ci siamo persi tantissimo,
credimi.

A modo mio
è una forma di coraggio,
il motivo per cui
continuo a scriverti
pur sapendo che
non riceverò risposta.
Caro Mr. ErBy...

Come un triste clown....

L'amore
Quello nero
Selvaggio.
È passato tempo fa
Sulle mie scelte...
D'assenza

L'ho lasciato
Impacchettato
Sul tavolo del nostro addio
Arrivederci.
Lui
È un amico
Mai dimenticato
Seppur lontano
Lui è stato
È
Sarà
Una goccia di me
Che cade
tra le mani rigate.
Del tuo invecchiare
I confini dell'amore
Non hanno lacrime
Se le versi
Con occhi di verità.
L'amore
Quello nero
Siede sul trono
Della semplicità
e c'osserva
Senza cessar
L'esistenza.
(ClownWords)

domenica 3 settembre 2017

Inguaribile...

3 Settembre 2017
Sono trascorsi due anni
Chissà se tu sei mai guarito
Da tutto quello che è accaduto,
Te lo chiedo perché
Io..... No...

Poteva andare diversamente?
Non lo sapremo mai perché
Entrambi
Abbiamo messo le mani sul destino
Impedendogli il suo tempo,
Che seguisse il suo corso.

È come una malattia
Dalla quale
Non guariro' mai!

venerdì 25 agosto 2017

Passano gli anni,
oggi sono esattamente 4 dall'intervento. 
Non ci sei più,  questa è stata la tua scelta, decisione irrevocabile,  inequivocabile!?
Non lo sapremo mai, ne io ne tu, gli eventi in qualche modo modificati dalla mano umana e non dal destino rovesciamento tutto.
La rabbia rovesciò tutto.
e tu forse nemmeno te ne accorgi, ma,
sono ancora qui,
accanto a te ....
Mr ErBy.

domenica 20 agosto 2017

Mr ErBy me lo diceva sempre:
"Hai un buon passo,
una camminata veloce,
potresti iniziare a correre
senza nemmeno accorgerti",
...Io ancora non lo sapevo,
non lo volevo sapere perché
spesso dire " io non ce la faccio, non è per me" è più comodo che proverai.
Ma lui su questo si,
Aveva ragione!. ❤

lunedì 14 agosto 2017

Luglio col bene che ti voglio...per non parlare di agosto...

...Quest'anno sono tornata a Lokue,
sempre stupenda la foresta di Ternova.
Nelle ultime estati,
sempre più afose,
era bello andare là
trovare quei 10 gradi di meno che
ti cambiavano la giornata in meglio.
Tornava quella piacevole sensazione
di energia.
Ti ho rivisto in ogni cosa che ho visto,
persino le due amache
persino gli alberi
sui quali le montavi,
e la tavola con le due panche
dell'ultimo pic nic,
è ancora tutto li,
sempre uguale,
come me lo ricordavo,
come lo avevo lasciato
l'ultima volta.
Così da un paio d'anni
viene Luglio
e arriva agosto,
di agosto mi ricordo
l'ultimo viaggio in moto,
Trentino,
l'ultimo regalo che facesti.
Fummo bravissimi
come sempre lo eravamo stati
nel fare le cose insieme,
eppure tu eri già
...lontano...

mercoledì 2 agosto 2017

In confidenza...

Non sono mai stata
possessiva nelle amicizie,
ne gelosa delle amicizie altrui.
Ho sempre creduto nella fiducia,
purtroppo o per fortuna
al momento non lo so più.
Sono sempre stata contenta
 dei percorsi positivi
e dell' accrescimento personale
delle poche persone
alle quali voglio bene e
con le quali entro in intimità.
Assai poche peraltro.
Credo che quando ci si sente di essere presente nella vita di qualcuno
lo si fa perché lo si vuole
e non perché ci si sente in dovere di,
o per rinfacciare alla prima occasione.
Credo che quando diventi un peso
e non più una presenza piacevole
nella vita di qualcuno
sarebbe meglio dirlo chiaramente
senza aspettare un pretesto.
Ho sempre creduto nella sacralità
delle "confidenze" che
 si fanno due persone
che entrano in intimità tra di loro,
che siano due donne o tra uomo e donna
il sesso non fa differenza.
Credo profondamente che
una confidenza intima, personale
che mi viene detta
rimane tra me e
la persona che me l'ha fatta.
Non si usano per altri scopi
se non per custodirle in noi.
Il pacco peggiore che
ti possa essere fatto
è quando tutto questo
viene tradito.

martedì 1 agosto 2017

....

Fanno presto a dire:
-gliel'ho avevo detto io, ma lei non sa stare da sola-
Beh, prima di una affermazione del genere dovresti conoscere di me
 anche ciò che non ti ho rivelato
oltre a tradire la fiducia con la quale
di molte cose ti ho raccontato...
Si fa presto poi
quando in una grande famiglia sei cresciuta,
genitori, fratelli, nonni
e dove tutto faceva protezione,
gruppo e scudo.
Io son cresciuta sola
da quando avevo 5 anni,
e quante risorse
affinché il tempo con la noia
non mi inganni.
Ho cresciuto un figlio da sola,
ho vissuto anni da sola.
E da mesi ormai
da quel da sola riparto,
mi ricompongo.
Non mi piace chi giudica, addita, rinfaccia, chi non ti vuole
con la testa fuori dalla sabbia.
I cucchiaini per raccogliermi, li hai finiti?
Uno stimolo in più per me
per diventate finalmente
il mio contenitore,
il mio custode.
La fiducia richiede tempo.
La fiducia porta fiducia.
La mia l'hai usata veramente male.


lunedì 31 luglio 2017

Pregiudizio...

La rabbia come il vino.
Un detto popolare
Recita così
"In vino veritas"
Quando si ha un goccetto in più
I freni inibitori
Si  mollano
E dalle bocche delle persone
Esce la verità.
Nella rabbia
Funziona allo stesso modo,
Non credete quando vi dicono
"L'ho detto solo per rabbia"
Togli il piede da un freno
Dici finalmente quello che pensi
Chissà da quanto...
Ogni pregiudizio
Viene fuori.
Il pregiudizio...
Il peggiore dei veleni
Per chi lo pratica,
Per chi lo subisce.

domenica 30 luglio 2017

....Senza un uomo...

Forse una donna con un marito,
un compagno o un fidanzato
si sente meno sola,
più coccolata,
più al sicuro nell'affrontare la vita.
Forse ha un abbraccio di conforto...
Più completa...
Chissà....
Però una donna sola
deve essere qualcosa in più,
si deve bastare,
spesso alleva i figli da sola.
Sono stata moglie,
sono stata sola per vari anni,
poi sono stata di nuovo in "compagnia"
e di nuovo sola.
Il segreto per
non andare in cerca di rogne
alla fine è che
per bastarti
devi iniziare a pensare a te,
a volerti bene,
a cosa può farti bene,
devi trovare e
mantenere vivi degli interessi,
coltivare passioni,
ci vuole costanza e impegno
anche per impiegare
il tempo libero
visto che impiegarlo bene è
sicuramente meglio che
subirlo male.
Una donna sola deve anche imparare
a fare meno affidamento sugli altri,
perché alla fine diventi un peso,
forse un fastidio.
Una donna sola
abbraccia il cuscino più grande che ha,
 quando comprende che
dare un abbraccio diventa rischioso,
soprattutto quando non è corrisposto.
Ma alla fine
riesce a farsene una ragione
del fatto che
da sola tutto può fare
anche se
accanto a lei
 un uomo non c'è.

Presuntuosismi arroganti...

Alla fine
Sai cos'è
E' che ti sei rotta i coglioni
di dover dire sempre "si signore"
Di farti dominare
di dover sembrare inferiore per accontentare l' ego narcisistico delle altre persone.

Ti rompi i coglioni di dover strisciare, elemosinare,
Di sentirti rinfacciare le cose.

Mi hanno insegnato che si fa il bene per poi dimenticarlo e lo si riceve per ricordarlo.
Non sono mai stata una che solo prende,
Ho dato tutto ciò che potevo, come sapevo.

Ma non basta mai,
Le persone diventano arroganti, prepotenti, dominanti.

Per rabbia o rabbiosita'
Dicono solo quello che in cuor loro
Già da tempo è l'unica verità.
Sei un peso, sei di troppo,
Beh, bastava dirlo senza urlare troppo.

Il dito puntato, il giudizio infuocato.
Questo è il potere che dai alle persone entrando in intimità con loro,
Una volta che di te sanno troppo,
Sanno come colpire per
Aggredire il tuo fianco
Più scoperto.

sabato 29 luglio 2017

Domini...

Riflettendo sempre sullo stesso argomento da qualche giorno in qua,
non ho capito perché
quando mi dicono le altre persone che io valgo e sono forte gli devo credere
 e ringrazio,
mentre se,
in qualche periodo di particolare fioritura, me lo dico da sola che
 inizio a essere più consapevole
di quello che valgo,
le stesse persone mi dicono che
pecco di presunzione e manco di umiltà.
La verità forse sta nel fatto che
finché stai con la testa sotto la sabbia
dando in qualche modo alle persone
la possibilità di dominanti
tutto va bene, ma,
nel momento in cui la testa la tiri fuori
e dici la tua
diventi scomoda.

Vetrine...

Da parecchi giorni sto riflettendo su un episodio accaduto di recente.
Sono fatta così da una vita, ho bisogno di tempo per elaborare situazioni e fatti che hanno creato in me una sorta di destabilizzazione o quando qualcuno mi addita volendomi far credere che il male è in ciò che faccio quando il male io non lo vedo.
Ho scritto un post su Facebook nel quale parlavo con entusiasmo di una recente esperienza di tirocinio ospedaliero. Non ho fatto nulla di eccezionale,  sono semplicemente stata me stessa e ho trasportato quello che ho imparato a fare nel mio posto di lavoro nella realtà del tirocinio. Non potevo avere nessuna certezza, nel senso che, lavorando da 10 anni nella stessa realtà è non avendo altri termini di paragone potevo pensare il mio operato sufficente e adeguato mentre in una realtà diversa poteva non bastare o non essere gradito.
Invece è andata bene, non sono arrivate le solite bacchettate gratuite che spesso nella vita sono stata abituata a ricevere, o al limite indifferenza nei confronti di cio che cerchi di fare con passione e quella passione viene scavalcata dai soliti "voi dovete", anzi sembra incredibile come una parola giusta al momento è al posto giusto possa essere stimolo e motivazione a fare meglio e di più.
Mi porto a casa una bella esperienza.
Bene. Per quel post sono stata aspramente rederguita da un'amica,  non un'amica tanto per dire ma probabilmente colei che pensavo la mia migliore amica.
Lei sostiene che scriverlo è stato un gesto privo di umiltà,  che mi sono montata la testa e che ho perso di vista ciò che è un operatorio sanitario: l'ultima ruota del carro, nonché semplici lavaculi.
Le sue affermazioni mi hanno lasciato senza parole prima di tutto perché anche lei fa lo stesso lavoro e sa bene che l'oss è molto di più che una lava culi. Senza i nostri occhi attenti ai pazienti e sui loro cambierai anche gli infermieri si perderebbero più cose.
Alla fine Facebook è una spece di vetrina, quella vetrina ogniuno la allestisce come meglio crede, in base ai suoi gusti e alle sue attitudini. Ci sono persone che si fanno selfie 24 ore su 24, chi esibisce ogni fase della crescita dei figli, chi posa nudo, chi uccide animali e ne fa mostra (aberrante), chi suona, chi fa escursioni, chi vola, e si potrebbe andare avanti all'infinito.
Io provo a scrivere, passione e necessità da una vita, parole Stese Senza Pretese,  non ho nulla da insegnare, cerco solo di imparare da ciò che vivo e ho vissuto.
Nel momento in cui ogniuno parla di se e per sé,  senza importunare o creare problemi ad altre persone, la scrittura è e rimane un atto di libertà di pensiero.
Penso oggi più che mai che nessuno possa arrogarsi l'autorità di giudicarmi e decidere cosa di me posso scrivere o non posso scrivere.
Fare una riflessione o un'analisi di qualche cosa è ben diverso dall' additare e giudicare in modo perentorio.
È un po come fare un giro in centro, si guardano le vetrine, se quello che vedi in una vetrina non ti piace come modello, accostamento di colori, è troppo lungo o troppo corto, ti soffermiamo su quella vetrina poco o niente ma sono certa che a nessuno sia mai venuto in mente di entrare nel negozio e dire perentoriamente alla proprietaria o alla commessa cosa deve mettere in vetrina e come lo deve mettere.
Metafore a modo mio?
Può essere si, ma alla fine se ci pensate un attimo è la stessa cosa.

martedì 25 luglio 2017

Respira...

"Do rispetto
Ritorno alle origini
Sono pronto
Eseguo"

Il saluto praticato nel Kali Filippino contiene in se una filosofia che ti permette,  oltre alla gestualità che ne accompagna ogni parola, di portarti a casa riflessioni importanti.

In questi ultimi giorni ho spesso pensato al "ritorno alle origini".
Il nostro limite più pesante è forse quello di dimenticare da dove veniamo, chi siamo, cosa vogliamo per noi, i bisogni da soddisfare fondamentali per il nostro benessere.
Respiriamo e non c'è ne accorgiamo quasi, ma quando il respiro ti manca te ne accorgi eccome se te ne accorgi...

Così mi è venuta alla mente l'inizio di ogni origine, la nascita.
Quel neonato ha intorno tante persone, tutti partecipano all'emissione del suo primo respiro, del primo vagito, ma nonostante tutto solo lui è il primo è vero protagonista di quell'atto, se quello scricciolo è pronto, se è abbastanza forte...

Nella vita di noi adulti non è poi così diverso.
Solo dimentichiamo... Di determinati atti non possiamo avere memoria...
Siamo soli anche quando crediamo di non esserlo.
A noi la responsabilità è l'essere pronti a emettere quel primo respiro, che sarà la partenza di tutto, dopo che abbiamo permesso che qualcosa ci rendesse dispnoici e canotici nei confronti della vita.



Pianto e sentimento...

"Ma tu piangi mai?"
- Certo che piango.
Piango spesso se ci penso bene.
Piango quando mi commuovo,
Piango per un dolore, una perdita,
piango quando resisto ad un cambiamento per paura,
 piango quando le mie resistenze cedono al cambiamento che comprendo essere necessario.
Il pianto non è altro che un sentimento e non ha alcun senso tentare di reprimere,  ingoiarlo per far "finta di essere forte".
Il pianto non è debolezza, la forza si esprime e realizza in altri modi che nulla hanno a che fare col pianto.
Per assurdo dico: piangi ogni volta che ne senti la necessità, esprimi quel sentimento nell'unico modo possibile e cioè attraverso le lacrime.
Il pianto è spesso la reazione ad un problema, prendere coscienza che è necessario trovare la soluzione.
Quando sarai pronta ad asciugarsi il viso e riprendere il cammino sarai ogni volta un pò più forte rispetto alle lacrime versate❤.

domenica 23 luglio 2017

Ritorni alle origini...

Marianna aveva un assoluto bisogno di rimettersi in cammino.
Immobile ormai da troppo tempo, cigolava da far paura...
Bisogno di mettersi in discussione, di mettersi davanti allo specchio e guardarsi ben dritta negli occhi.
Minacciandosi anche un po' 😄
Bisogno di ritrovare il sorriso.
Di mettersi di fronte allo zaino, che ama portare sulle spalle quando va in montagna,
alleggerirlo delle cose superflue, facevano tanto volume, poca sostanza e tanto rumore,
e rimettere insieme quelle essenziali più discrete e silenziose...
In tutto questo ha avuto anche bisogno di un "ritorno alle origini"
(a questo, e non solo a questo, mi ha fatto pensare uno dei 4 passaggi del saluto Kali)
per ricordarsi che:
la disciplina è importante ma che le attività ludiche sono fondamentali anche in età adulta,
per ricordarsi da dove proviene, chi era e chi è,
per ricordarsi dove stava andando,
per chiedersi "se voleva davvero quello che credeva di volere" sino a un po' di tempo fa,
per capire come una brusca frenata aveva interrotto il cammino e che era decisamente ora di riprenderlo per non perdersi più...
 Sono grata e ringrazio chi sa, mi ha teso una mano e
 in qualche modo mi ha dato uno scossone.
Sono grata un pochino anche a me per l'impegno e il coraggio di ripartire e
Grazie Mammola che basta un SOS e ti fai 600 Km come fosse niente 😉

venerdì 21 luglio 2017

Il buio, tu e la luce...

La solitudine
Ora fa paura,
Ora ti consola.
Nessuno che
Dentro al buio
Ti possa riportare.
Da li partendo
Solo tu
Verso la luce che filtra
Potrai lasciarti illuminare.
Così piano piano
Ti rimpari
Ad amare.
Era ora che
Tu trovassi il coraggio
Di incominciare.
Intanto provare...

giovedì 20 luglio 2017

La fame e la sete...

Sono affamata e assetata.
Affamata e assetata
D'amore di tenerezza
di comprensione di dialogo
Di equilibrio di serenità e
Chissà di quant'altro che
Mi manca.
Ma non disposta
A fare "qualunque cosa" pur di
Riempire questi vuoti.
Affamata e assetata ma
non una morta di fame o di sete.
Ho visto per una vita
Il bicchiere mezzo vuoto,
È arrivato il momento di
Capire che è mezzo pieno
Quel bicchiere
E che ciò che verso dentro
Per riempirlo a metà
È mia.

domenica 16 luglio 2017

Maturano pensieri...liberi nel tempo

15/07/2017

 Pensavo negli ultimi anni, piu di due ormai, che fosse praticamente impossibile riuscire a ripercorrere sui miei piedi, in solitaria, strade già percorse con "qualcuno".

Un credere assolutamente limitante, deficitario,
 costruirsi degli alibi e deficitarsi da soli comprendo ora
 quanto sia la cosa più imperdonabile che
 possiamo commettere verso noi stessi.
...
Amo la Montagna, ma, ho fatto l'errore imperdonabile di credere che "qualcuno"
 fosse la mia montagna e senza la sua presenza non potessi più far niente.

"Le salite senza te non hanno più un perchè"....!?
L'ho pensato, si, anzi l'ho provato, è una sensazione brutale, all'interno.
No, non più, le salite senza te hanno un senso per me adesso,
 buttando via l'immobilità schiava di un pensiero deviante e umiliante che mi disse "Tu non esisti".

Siamo sempre li, ci vuole tempo, tempo e un lavoro che spesso non è mai piacevole e privo di fatiche.
Ci vuole tempo per far maturare e trasformare un pensiero
 anzichè lasciarlo li a marcire per poi buttare tutto via,
 compresi noi stessi.

Ho staccato i moschettoni che tenevo appesi alla zaino,
alla fine era sempre un po' come dare un'occhiata al passato,
 i moschettoni sono pesanti, quasi una piccola zavorra,
 desideravo andare su leggera, senza pesi superflui,
solo con l'essenziale.











martedì 11 luglio 2017

E la pioggia, e il lampo e il tuono...

E viene sera.
Piove a dirotto,
Tuoni e lampi il cielo han rotto,
Sull'uscio mi piacerebbe stare
Con "Qualcuno" col quale
 tutto questo rimirare.
Non chiunque,
Chiunque accanto non mi potrebbe stare,
E quel "Qualcuno"
Forse Dio si è dimenticato
Per me
Di creare.
Bella però la pioggia e il tuono e il lampo,
Che sono qui con me,
Ora. ❤

lunedì 26 giugno 2017

Dillo...

Say-it, dillo...
Sembra semplice, eppur non deve esserlo per niente, evidentemente.
Le persone ci inviano segnali in continuazione,
 così come noi ne inviamo a nostra volta.
Antenne in su, campanelli di allarme, non li riconosciamo o...
non li vogliamo riconoscere!?
Positivi, negativi, criptici tentando di fare riferimento a qualcosa d'altro metaforicamente,
ma in realtà, si ha un idea ben precisa di cosa si vorrebbe, dovrebbe dire...
Le persone a volte tornano a casa e se la prendono con il loro Capo, col lavoro, con i colleghi.
In realtà sono solo stufi della famiglia, della compagna, dei problemi, dei doveri, delle responsabilità che vanno condivisi.
"prima o poi scoppio", quanti di noi avranno detto o sentito qualcuno di vicino a loro dirla.
Forse uno pensa che non è ancora il momento,
oppure non ne ha il coraggio,
 si prende ancora un po' di tempo,
aspetta di scoppiare,
attende qualcosa di scatenante,
allora non ci saranno più scuse per salire al volo sul treno di quella decisione, chissà.
Potevi dirlo prima, potevi dirlo in un altro modo, chissà.
Si sceglie il peggiore, come staccare un contatore, da un giorno all'altro più nessuna numerazione,
nessun confronto, nessuna possibilità.
Ma una cosa posso dirla adesso...
Io lo sapevo,
così come quell'istinto recondito mi ha fatto sapere anche il resto,
oltre le negazioni, oltre le scuse, oltre parole che circuivano la mente.
Le antenne vibravano ma io le fermavo con le mani,
 i campanelli suonavano ma non li ho voluti sentire,
forse quella musica non mi piaceva, chissà,
forse stavo solo aspettando...
Aspettando che il coraggio ti venisse,
per dire
quel qualcosa che
non potevo dire io.
Alla fine hai scelto il modo peggiore,
potevi dirlo prima, potevi dirlo in un altro modo,
ma, probabilmente è stato il tuo modo.
Say-it, dillo,
quello che senti, sempre...

martedì 13 giugno 2017

Chi decide?...

- Cosa hai fatto negli ultimi tempi?-

- Niente-

-Ci si rompe a non far niente e,
non serve a niente. Ci hai mai pensato?-

In effetti ci sto pensando e....
E' tutto davanti...
ho tanto da fare invece di
restare qui
a far niente.


lunedì 12 giugno 2017

Sto studiando "la catena delle infezioni"...
Vorrei licenziare la Docente di "Igiene"
davvero troppo esigente ma,
non credo si possa, aimè...
Appena, appena,
 inizio a fare un discorso
 leggermente più fluido...
Tra fonti, oggetti,
 veicoli, vettori,
serbatoi....
Potrei dire che ne ho il serbatoio pieno!!!
E come dico sempre alle mie compagnie,
facilitiamoci la vita
pensando ai casi di ogni giorno,
che le cose le sappiamo...
Così ho realizzato oggi che
 la catena delle infezioni
 funziona come per
 "le infezioni dell'animo o del Cuore"...
C'è una fonte che trasmette,
una persona che all'inizio
 benevolmente ti contagia,
 un oggetto che riceve
altrettanto benevolmente il contagio,
solitamente una persona
"sensibile alle infezioni",
e vari veicoli di trasmissione....
La fonte del tuo contagio
ad un certo punto non c'è più.
Se ne va,
sparisce...
Resti solo tu e
gli esiti di ciò che hai contratto.
Ai tuoi anticorpi
non resta altro da fare che
 combattere.
Combatteranno una guerra intestina
per sopravvivere al contagio,
impedendo che esso contiuni
a vivere dentro di te,
continuando a riprodursi,
mentre tu ti indebolisci ancor di più.
Alla fine è tutto lì....
Aimè.
12/06/2017
(Parole Stese Senza Pretese)

lunedì 5 giugno 2017

Rabbia...

La rabbia
non può cancellare
 l'amore.

È pur la rabbia
un sentimento.

Se c'è rabbia
vuol dire che ci sono
vuol dire che ci tengo
vuol dire che ti sento
vuol dire che ti ho dentro.


Il tempo,
padrone di
ogni momento,
noi crediamo di gestire, ma,
in realtà...
è solo l'illusione che esso
ci da.


 Noi prigionieri li dentro,
credendo di esserne i padroni.
Momento dopo momento
in un tempo senza tempo
dove ogni emozione
non ti permette di capire
dove l'inizio
dove la fine.


 Dove tutto si è fermato,
eppure,
dove tutto è cambiato.
Chi con lo sguardo rivolto
nel profondo, laggiù,
chi rivolto tra l'azzurro lassù.


05/06/2016
(Parole Stese Senza Pretese)


domenica 4 giugno 2017

Non ce la faccio più...

Telefonate.

Io:
-Mamma, voglio tornare a casa,
 non voglio più stare qui e non esiste più
nessun motivo per farlo-

Mamma:
-Noi siamo qua, non sei da sola,
faremo tutto quello che si può fare, una cosa per volta si sistemerà tutto.
Sai il bene che ti voglio.
Nel mio silenzio di mamma ho sempre sperato che tu me lo dicessi,
che un giorno decidessi di tornare,
anche se mi sarei augurata e ti avrei augurato
un ritorno sereno-


D' Amor ancora Amato, D' Amor Perduto...

"Fai una chiave doppia della stessa porta
per qualunque cosa storta si presenterà.
Dopo aver comprato dei lucchetti nuovi
per la tua finestra puoi partire io sto qua,
A giocare tra le sponde...
con le pozzanghere profonde
buttando l'amo nell'acquario
della mia fantasia
Finisco sul pulmino dei miei vecchi ricordi,
resto qua"
(S. Cammariere)
Eppure lei sapeva...
Sapeva che fintanto fosse rimasta li,
perchè lei c'era sempre,
pronta ad aprire quella porta,
non avrebbe più iniziato a vivere.
Sapeva che fintanto lui fosse riamasto li,
in un andi e rivieni perpetuo,
alternando i viaggi fuoriporta in cerca del "nuovo"
a ritorni per necessità, o altro chissà,
non avrebbe più iniziato a vivere.
Da un viaggio lui tornò accompagnato da un ombra nuova,
lei immaginava quell'ombra,
le dava forma, voce, sembianze,
non riusciva a iniziare a vivere.
Eppure era come se, in qualche modo,
avessero ancora bisogno l'uno dell'altra e viceversa,
anche se, forse,
non per gli stessi motivi.
In quell'appartamento, ancora pieno di entrambi, ma,
talmente vuoto allo stesso tempo,
le sue pantofole ancora li sistemate bene,
accanto alla porta,
attese di vane speranze ormai.
Lei veniva divorata da tutto ciò che ancora le parlava di lui, di lei, di loro.
A sua volta lei divorava con gli occhi ogni angolo,
ogni dettaglio,
vive ancora le vibrazioni in quello che sfiorava con le mani,
anche le lenzuola avevano qualcosa da dire...

Laddove aveva messo le mani lui
ripassava sopra lei, ancora lo poteva sentire...
 Non aveva mai pensato a quanti racconti
avrebbero potuto prendere vita,
adesso lo sapeva e le sue dita fremevano quando
sentiva la necessità di imprimere tangibilmente le parole.
Lei riusciva a trasformare il dolore in parola,
sperava così di lasciarne andare via un pochino,
e così le parole, ubbidienti,
traducevano quel dolore,
lo raccontavano, facendone or delirio, or poesia...
Eppure lei sapeva, che,
se non fossero andati via l'uno dall'altra,
non avrebbe più iniziato a vivere,
incessante sarebbe stato quel dolore,
in attesa di brevi momenti in cui lui ancora riusciva
a riempirle il cuore.


 Era come se lei tentasse di tenere accanto a se
ogni frammento di corteccia caduta
sperando che ne ricrescessero radici...
Eppure lei sapeva che,
se voleva sopravvivere a tutto quel dolore,
avrebbe dovuto, prima o poi,
trovare la forza e il coraggio di
essere lei ad andare via
per sempre.
Poi di tutto rimane qualcosa,
compresa questa
immensa e devastante
malinconia.
04/06/2017
(Parole Stese Senza Pretese)

sabato 3 giugno 2017

Casa...

...Mi pare fosse una canzone di Jovanotti,
"O Signore dell'universo ascolta questo figlio disperso
che ha perso il filo e non sa dov'è
e che non sa neanche più parlare con te
ho un Cristo che pende sopra il mio cuscino
e un Buddha sereno sopra il comodino.
Voglio andare a casa, La casa dovìè?"
Sette di mattina,
mi alzo con già le tempie che battono al ritmo dei tamburi di vecchie danze indiane prima di una guerra.
Vortice di pensieri che non vorrei più avere, ma in questi casi "volere" non è potere.
Sto pensando a quando dicono che nella vita si può provare qualunque cosa, esperienze, cambiamenti, migrazioni,
anche un pò azzardati, ma, è importante lasciarsi dietro un posto nel quale sai di poter tornare ogni volta che ne hai bisogno.
Pensate al meraviglioso viaggio delle tartarughe.
Loro ogni anno compiono un viaggio lungo e faticoso, miglia e miglia, tra le insidie degli oceani, predatori, correnti insidiose che fanno perdere l'orientamento, ma ritorneranno a deporre le uova sempre nello stesso posto, sulla stessa spiaggia. Arriveranno spesso stremate, ormai senza forze, ma, sanno che il loro posto è quello.
E già, la natura insegna sempre...
Un posto.... dove l'impronta di te stessa,
delle tue origini, di ciò che sei stata e ti ha reso come sei,
non si è mai cancellata, lì ritroverai sempre qualcuno e qualcosa da riconoscere, odori, sapori, visuali....
Lì troverai sempre chi ti terrà accanto, chi avrà tempo da condividere e posti da riscoprire con occhi diversi, dopo tanti anni di lontananza...
Negli ultimi 3 mesi ci ho pensato parecchio,
se fattibile sarà una impresa epica, ma del resto non sarebbe nemmeno la prima per me...
Ci sono eventi che non devono e non possono più ripetersi...
Voglio tornare a Casa, casa mia,
dalla mia famiglia con mia madre che sta invecchiando e sicuramente, presto o tardi avrà bisogno di me.
Voglio tornare a casa e osservare da un lontano un pò più vicino il realizzarsi dei sogni e dei desideri di mio figlio.
Voglio tornare a casa perchè questa non è casa mia.
Ospite di questa meravigliosa regione da nove anni,
inizio a credere che se, come dicono le leggende metropolitane o di paese,
un ospite a casa "dopo tre giorni puzza",
io che da nove anni sono ospite in una terra che non mi appartiene chissà che odore sgradevole devo avere.
Ero convinta che fosse possibile mettere radici ovunque,
che la propria casa potesse essere ovunque, mi sbagliavo.
Un altro "Amore" sbagliato, non corrisposto.
Ohh ti ho amato Friuli, ti amo ancora,
così come vale con lui, l'idea di non vederti più mi causa un dolore profondo, lacerante.
In tutti questi anni ho messo sempre grande ardore, passione, impegno, ho creduto in un possibile, evidentemente, impossibile,
o quanto meno a me non concesso.
Mi hai conquistata dalla testa ai piedi,
mi sei entrata dentro agli occhi,
mi hai preso l'anima, tanto che, durante il periodo del cancro avevo chiesto, nel caso fossi morta, che avrei voluto un pò delle mie ceneri qua e un po a casa.
E come sempre accade, ci sono sempre segnali, solo che ci rifiutiamo di vederli, non li vogliamo accettare.
Ma tu, fiera terra, me li hai inviati tutti in vari modi:
-non ti voglio qua-
mi dicevi,
-tu vuoi questa terra, la ami, cerchi un senso di appartenenza che non troverai, lei non ti appartiene, non è la tua, non ti vuole!-
Così, ho compreso che, non ho più nessun motivo per restare qua, per morire qua e lasciare qualche minima traccia del mio passaggio.
Voglio tornare a casa....
"O Signore dei viaggiatori ascolta questo figlio immerso nei colori
che crede che la luce sia sempre una sola
che si distende sulle cose
e le colora di rosso di blu di giallo e di vita
dalle tonalità di varietà infinita
ascoltami... proteggimi
ed il cammino quand'è buio illuminami
sono qua in giro per la città
e provo con impegno a interpretare la realtà
cercando il lato buono delle cose
cercandoti in zone pericolose
ai margini di ciò che è convenzione
di ciò che è conformismo di ogni moralismo
e il mondo mi assomiglia nelle sue contraddizioni
mi specchio nelle situazioni e poi ti prego
di rivelarti sempre in ciò che vedo
io so che tu mi ascolti
anche se a volte non ci credo"
Voglio andare a casa.
03/06/2017
(Parole Stese Senza Pretese)

giovedì 1 giugno 2017

Pieni e vuoti...

Maledetti social, benedetti social!?
Chissà la verità dove sta...
Come si usa dire, starà nel mezzo,
ma quale mezzo?.
Alcuni giorni fa, scorrendo la Home Page di Facebook,
mi è capitato sotto agli occhi un post che faceva riferimento "alla vita talmente vuota di alcune persone che non avendo nulla da fare rompono le scatole agli altri"....
Forse anche motivato, chissà...
 La frase benchè banale e apparentemente innoqua mi ha fatto pensare un attimo.
Ho sempre creduto che su una piattaforma come questa,

o come quella di FB,
 talmente enorme, naturalmente ci possa e debba essere spazio e possibilità per tutti.
In un posto come questo, per quanto virtuale e intangibile,
si comunica (forse) e si condivide,
o per lo meno l'intento e l'intenzione dovrebbero essere quelle.
Quà c'è spazio per una idea,
per un amore travolgente appena abbozzato, che,
magari sfocerà in un matrimonio mozzafiato,
o in una più discreta convivenza.
Qua c'è spazio per la gioia, per un dolore, per le conquiste,
le perdite e le sconfitte.
Qua c'è spazio per l'inverno, per l'estate,
per quel viaggio che forse qualcuno ti invidierà,
per chi le ferie non le farà,
per chi ama lo sport, o la moto, per chi adora la montagna,
per le fate, per le streghe, per i Druidi,
poi ci sono i gruppi che accomunano persone che hanno gli stessi gusti...
Qua c'è spazio per gli etero, i trans, per chi ancora un indirizzo certo non lo ha.
Qua c'è il tutto pieno così come il tutto vuoto.
Non credo che necessariamente il "tutto pieno" sia solo ricco e positivo,
così come non penso che il "vuoto" sia da demonizzare.
Può succedere che i vuoti siano lutti, o perdite che non si possono sostituire nell'animo ne accantonare nel dimenticatoio con troppa facilità.
Io che non volto con facilità nemmeno le pagine dei libri figuriamoci quelle della vita.
Il vuoto a volte è subito da mano altrui,
in qualche occasione è
assolutamente voluto e necessario,
attraverso quel vuoto ci devi passare,
così come attraverso al dolore,
quel vuoto devi diventare capace di sostenerlo,
gestirlo,
devi fare in modo che non ti colpisca sino a "sterminarti".
Il vuoto può essere pieno di significati incomunicabili,
incomprensibili ad altri
se non a chi lo sta vivendo.
In quel vuoto ci sono visioni indicibili, sentimenti, emozioni che urlano da dentro senza poter essere sentite da nessuno.
Poi c'è chi i vuoti li riempie
con qualunque cosa gli capiti tra le mani, basta riempire.
Modi differenti di vedere la stessa cosa, dico sempre io.
Però non sapendo esattamente con chi o che cosa combattono, ogni giorno, le proprie battaglie le persone dalla vita vuota,
si dovrebbe cercare di fare sempre molta attenzione
prima di parlare
"dei vuoti delle vite degli altri",
gestire e sopportare un " troppo vuoto" da soli
potrebbe rivelarsi molto più impegnativo ed eroico,
e chissà,
col passare del tempo magari ti sei anche arricchito interiormente con quel "vuoto",
piuttosto che gestire e mostrare enormi "pienezze".
01/06/2017
(Parole Stese Senza Pretese).

sabato 27 maggio 2017

Non lo puoi spiegare....

È così difficile spiegare l'amore.
Anche quando è finito,
 per uno dei due almeno.
Ma tu no,
non hai smesso e
non potrai farlo.
L'amore che provi
ha un nome e un cognome.
È un chiodo fisso,
non è mai diventato
un punto e basta,
il classico punto e a capo,
non sei arrivata nemmeno ancora
al punto è virgola.
Credo sia un sentimento,
un sentire,
 che va
al di là dell'amore,
è quella fusione tra due anime che
diventavano una cosa sola
pur mantenendosi
due entità distinte.
Era capirsi con un'occhiata
un piccolo gesto,
sinergie.
Una sentimento di fusione simile
lo puoi provare solo
una volta nella vita.
Il termine di paragone
troppo alto perché tu
ti possa accontentare.
Non sarà mai dimenticato,
non verrà relegato nel passato.
Non di tutto rimane qualcosa
per fortuna, ma,
di noi ho conservato ben più di
qualcosa,
praticamente il tutto.
Una mancanza che vivo
ancora come fosse
un  triste lutto.

giovedì 25 maggio 2017

lunedì 22 maggio 2017

domenica 21 maggio 2017

Sotto la corazza...

Lei sapeva stare al suo posto,
un po' quello che sin da bambina
le era stato imposto.
Di tanto in tanto
qualche atteggiamento scomposto,
 ma,
non riusciva sempre
come ad un castigo a sottostare e,
dietro la nera lavagna
chissà quale colpa espiare.
A volte ribelle,
quello scudo spesso si era creata
per proteggere la sua pelle lacerata,
ma la corazza non bastava per

difendere e salvaguardare
ciò che di più tenero
sotto quella pelle stava.
Per amore avrebbe dato tutto,
accettando i:  "tu devi",
accontentando i: "Io voglio, posso, comando"
Consegnava in quelle grandi e forti mani
la sua fragilità,
tutta la sua piccolezza,
un grido forte
del bisogno d'amore
negatole dalla vita.

Esami e pagelle...

Cerco di capire di me
aspetti che ancora mi sono ignoti.
Ad un certo punto,
pensi che sarai pronta
per ogni circostanza che ti potrà accadere,...
soprattutto quelle più difficili, dolorose, che,
davvero ti mettono alla prova,
hai imparato?
Quando? Cosa? Come? Quanto?
Preparata o impreparata?
Rimandata chissà di quante materie vitali?
Promossa o bocciata?
Tanto Buono era il mio rendimento a scuola
quanto scarso se non insufficente
è stato nella vita.
Ma non ero così allenata
a questa vita...
e la caduta, a un dato punto,
è inevitabile.
Adesso sono costretta
a studiare ogni passo,
con lentezza,
vivere a rallentatore,




 come quando si cammina sulla Luna senza gravità,
mi costringe
ad osservare ogni errore
che altrimenti sfuggirebbe.
21/05/2017

mercoledì 17 maggio 2017

Come se fossi ....rotta

"Le macchine hanno un loro scopo, 
fanno quello che devono fare.
 Per questo quando vedo un meccanismo rotto sono triste, 
non può fare più quello che deve. 
Forse vale anche per le persone, 
se perdi il tuo scopo
 è come se fossi rotto."
(Dal film Hugo Cabret)

E in tutto questo
il tempo è un dettaglio
non così sottovalutabile. 
Penso che stasera mi farà compagnia.

#film#tales#fantasymode#onceuponatime#Fairytales#foradultsandchildren


martedì 16 maggio 2017

Anni....

49 anni.
Tra poco, il 18 Maggio.
Dopodomani.
La sensazione di non aver nulla da raccontare, nulla per cui essere gioiosa, nulla da festeggiare.
Mi rimane Solo quello che ho perduto lungo la via.
Eppure le esperienze memorabili ci sono.
Ogniuno di noi le ha avute nella vita.
"Ti ricordi quella volta",
non lo però mai più dire.
Credo sia una delle cose più belle che lega due persone, il ricordo di ciò che si è fatto insieme e la possibilità di esserne divertiti ancora dopo anni.....
La memoria e i ricordi di quello che di bello e buono ho avuto accanto,
a tratti,
 mi danno la forza e il coraggio per alzarmi dal letto la mattina.
Non sempre sono sufficienti e mi capita anche che quella forza non so proprio dove andarla a cercare...
Altre volte, soprattutto la sera,
loro, iricordi, mi divorano in pianti che si tacitano solo quando , ad un certo punto, la prepotenza delle lacrime non mi permette più di tenere gli occhi aperti.
Quasi uno svenimento, le ultime forze della giornata le esaurisco così.
Spesso non mi basta quel crollare stanca e inerme tra le braccia della notte per avere un risveglio mattutino almeno delicato.
Chi ti manca? Cosa manca?
La persona fidata con cui parlare, sapendo che con lui si può parlare di tutto.
La semplicità dello stare stesi assieme sul divano e sentirsi complici anche solo avendo gli stessi gusti in fatto di film.
Sorridere e ridere insieme per le cretinate, perché è così bello essere anche stupidi in due.
Sapere che si può essere così simili e così  diversi insieme e allo stesso tempo diventare ugualmente una formula efficace e vincente.
Mi manca un letto singolo,
quello matrimoniale non lo sopporto più,
 troppo grande quando col braccio e la mano annaspo cercando chi non c'è.
Un letto diviso in due nel quale occupo solo e sempre il mio posto,
il lato verso l'armadio,
mentre quello verso la finestra è ancora il tuo.
Manca avere accanto chi quando io ho caldo lui ha freddo
e quel piumone io lo tolgo mentre lui lo tira a se.
Manca preparare di sera la tovaglietta  con le due tazze e il necessario per la prima colazione.
Ricordarsi insieme delle pastiglie,  di un impegno, un appuntamento,
o memorizzare la cadenza del turno di lavoro che in testa non restava mai...
Manca il buongiorno del mattino e l'aroma del caffè perché lui spesso era in piedi prima di te.
I Passi del risveglio, il fluire dell'acqua nel lavandino in bagno, banalmente il rumore dello sciacquone, l'avresti mai detto?
Manca anche quel rumore all'appello.
Manca il contatto, un abbraccio, due mani che si cercano e una nell'altra possono restare li senza bisogno di metterci sopra tante parole.
Ho ancora tanti bigliettini, perché quando gli orari non combaciavano, si comunicava anche così, un fare quasi quotidiano ma
 era bello rientrare a casa e trovarlo sulla tavola con la penna adagiata vicino.
Durante qualche moto di rabbia alcuni li ho anche strappati,
ma non li ho mai buttati, li conservo, pentita di quel gesto frigo nel sacchetto che li contiene, li osservo,
ancora riesco a rimettere insieme le parole.
Il momento più brutto quando viene sera.
Tanto le aspetto le sere, durante il giorno, quanto le maledico quando arrivano
 e mi tirano ancora più giù.
Vorrei poter dire come le dive un po tirate:
49 anni e non sentirli o
 cazzate tipo:
 "la mia vita comincia adesso"
Invece 49 e ......
E non so cosa dire se non parlare delle mancanze, le assenze e le malinconie e
che decido di abolire
anche la ricorrenza del compleanno...
Almeno il mio.

lunedì 15 maggio 2017

ANGEL - Adriano Celentano



Vivo come un gatto, in compagnia di un cane.
Come un "Angelo" che non ha più un cielo,
anche l'ultima ala spezzata
se ne è andata, caduta, come si cade negli Inferi.
 Avrei tanto da cambiare invece.
Nella vita è necessario restare sulla superfice,
la profondità inghiotte e non si torna su.
La concretezza senza sogno uccide.
Questi occhi scuri e duri
la corazza di copertura di una fragilità
troppe volte violata da fiducia mal riposta.
 E giocare....prendere tutto come un gioco che puoi iniziare, ...
lasciar li o terminare,
quando vuoi tu.
"Non l'avevi capito che il gioco era finito?"...

No, sarà perché non so giocare,
 non a certi giochi,
non con le persone,
non con l'altrui dolore...
 Ad un certo punto, forse,
basta un minuto per

 diventare grande e
per certi "giochi" si è un po' troppo grandi davvero...
No, non basterà un attimo,

ce ne vorranno un bel po' di più.
Il tempo a disposizione forse nemmeno mi basterà.
Marianna.

"Angel, it's said around here
That you're living like a cat
Angel, what have you done
Why that short breath.
Can't you see it
You're a siren, but you don't like the sea
You don't know what to do
Whether live or die.
Angel, he went away
And time has stopped
Angel, haven't you understood
That the game was over
You, who were a star
Now you're a rose without thorns
Don't hurt yourself
Don't you turn off into the blue.
It takes little to start it all over again
It takes little, the music of the sea
It takes little, but it's important
That minute to become strong
Don't change, don't let yourself go
Angel, like no one else
Clearer than the moon
Angel, in your dark eyes
Lay only tough glances
I'm here by accident
But maybe an angel has looked down
And tonight
That angel is you.
It takes little to start it all over again
It takes little, the music of the sea
It takes little, but it's important
That minute to become strong
Don't change, don't let yourself go
Don't change, don't let yourself go
Angel"

domenica 14 maggio 2017

Sottosopra...

Tutto sottosopra,
lo stomaco,
il cuore,
la razionalità,
persino il dolore
una giusta direzione
no, non c'è l'ha.
Chiudo gli occhi un attimo,
su questa mia folle altalena
che gira all'impazzata
senza più catena.
Chiudo gli occhi
per non vomitare
l'ultimo pezzettino di cuore
da salvare,
ma so che non potrà
bastare.

venerdì 12 maggio 2017

La non favola....

Dovresti saperlo chi sono...

la morale di una favola
che non trova una propria storia:

ballo con gli stivali dopo avere sposato il Barone Rosso... .

Addormento un principe
senza il bacio della buona notte
e nascondo nella zucca la scarpina
guercia di un piede... .

Detengo la matta
con sette nani e mezzo
e sporco la neve per tracciare un sentiero
prima che Pollicino scopra il trucco... .

Un minestrone di favole,
alle quali non credo più.

The Tales....

"LadyMaryan, la giovane strega, il Mago cattivo e il Viandante sognatore."
Il silenzio...
Nella sua infanzia imparò tante cose sola,
compresa la convivenza col silenzio che la rese schiva e solitaria.
Un segno del destino, che la piccola Lady Maryan avrebbe realizzato solo troppo tardi.
Poi, successe qualcosa per cui il silenzio Lei pensava di averlo dimenticato e non sarebbe più tornato!
E invece no.
Solo una effimera illusione, la dimenticanza,
aveva sepolto tutto il vuoto silenzioso e solitario sotto un tappeto di "tempi migliori"...
Per lo meno questo era quello che sperava.
"The Tales" il racconto di questa storia  prevedeva:
Tempi migliori...e un lieto fine...
Una storia fatta di piccoli gesti, parole ricche, intense, profonde,
musica lieve, canti sussurrati e poesie
scritte nel cuore della notte,
nelle albe colorate come il fuoco di un sentimento estasiato.
Lei, che forse, alle storie a lieto a fine non aveva mai potuto credere, nemmeno da bambina, anzi,
temeva la possibilità di lasciarsi andare a quel credere.
Nel regno dove lei abitava, tanti anni prima, suo padre il Re,
non ebbe modo e tempo di aprire un libro per lei la sera, prima di farla addormentare,
un libro di storie belle e buone,
quei libri antichi dalla copertina di pelle spessa e le pagine ruvide come la pergamena che emana un aroma così unico e particolare, le didascalie disegnate con tratti sottili di china,
perché venne portato via presto da triste sventura.
Rimase così sola con la Regina Madre, grandi responsabilità l'attendevano e per le fiabe proprio, no, non c'era tempo.
Così la bimba crebbe, crebbe in fretta, forse troppa,
ma non c'era tempo per leggere e per credere o sognare che quei racconti fossero possibili e che i sogni fossero desideri realizzabili.
Non sarebbe mai diventata una Principessa, era troppo semplice e forse grezza.
Del resto non aveva mai desiderato una vita da principessa.
Si accontentava di poche cose, vere, concrete,
mai più di quello che realmente le occorresse.
Oh, le disavventure non le mancarono certo dopo la dipartita del Re Padre.
Lei cercò di andare avanti, a piccoli passi, cadendo spesso, cercava la sua strada tentando di non essere mai effimera o superficiale.
Si perdeva spesso in boschi che parevano or incantati, or maledetti.
Nei boschi maledetti, quando era ancora molto giovane,
incontrò una strega cattiva.
 Non era una Dama Bianca di quelle che fanno le magie buone, no, questa era gelosa di ciò che ladyMaryan aveva accanto.
Con un sortilegio le portò via tutto e nessuno mai potè rompere quell'incantesimo, più simile ad una maledizione, che, la destinava a essere privata dell'amore.
Non mancò, anni dopo, un Mago cattivo, Signore e padrone di un altro bosco maledetto in una contea vicina, la sottopose alle peggiori atrocità, rendendola schiava e assogettata alla sua folle mente.
Riuscì a trovare le tracce lasciate quando era entrata, stremata e irriconoscibile, ma ancora viva, trovò la via che la portò fuori da quel bosco.
Eppur, a volte avendolo scelto, altre dovendolo subire, di lì Lei doveva passare...
Anche dai percorsi più pericolosi.
I boschi incantati non si ricordava più dove e cosa fossero,
ma il ricordo di quelli maledetti e dei carnefici che li padroneggiavano,
 quello lo aveva mantenuto bene impresso nella mente e nel cuore.
Lei non voleva un Regno incantato.
Le piacevano i piccoli villaggi, quelli fatti di poche case,
case basse, un piccolo camino, la legnaia,
amava i campi profumati di lavanda, quelli illuminati dai girasoli,
o quelli di colza, quando ne vedeva uno, di quel giallo splendente, quasi ipnotizzante per lei,
 restava li immagiando di camminarvi sopra a braccia aperte respirando la vita iniseme al vento.
Toccava la terra, viveva di sensorialità, sai che toccare e annusare la natura, che sia roccia, un fiore, la corteccia di un albero è infinitamente magico.
Arrivò, tra varie vicissitudini, a trovare un villaggio che fosse a misura per lei, e li la sua piccola abitazione che poco per volta riuscì a rendere il suo posto sicuro, dove trovare conforto.
Curava le sue piante, in cuor suo sapeva che prendendosi cura di loro curava anche se stessa.
Arrivò in paese, un giorno, un Viandante.
Era di quella terra lui, non era stato adottato come lei che proveniva da un posto lontano.
Ma per anni anche lui si era allontanato,
senza mai ben capire quella esigenza di cambiamento, quasi incessante che lo spingeva a viaggiare, a viaggiare nel tempo, probabilmente un richiamo, forte, prepotente, dal profondo, irresistibile.
Il posto che più a lungo di tutti gli altri lo trattenne aveva un qualcosa di magico,
Castelli e Druidi e boschi incantati e misteriosi, che,
ti sussurrano alle orecchie vecchie storie magiche e gestualità di riti antichi quando li attraversi.
Li si ergono massi tra le radici di alberi altissimi, ogniuna di quelle pietre e il muschio di cui sono ricoperte racconta una storia, se entri in sintonia con il tutto quasi vedi ancora coloro che si aggirano tra stretti corridoi che sembrano costruiti come se quei massi li avessero spostati di proposito per creare mappe...
Mappe celesti, mappe del tempo... Un posto mistico, incantato.
 
Tornò perchè sentì prepotente il richiamo e la mancanza per la sua terra natia,
alla ricerca dell'ennesimo viaggio attraverso la sua macchina del tempo,
forse spinto dal desiderio di mettere radici in un posto sicuro, dopo tanto girovagare, 
ove poter invecchiare raccontando delle sue viandanze e la sua essenza raccolta e conservata tra disegni, brevi manoscritti, testi di sublimi canzoni e pizzichii leggeri con le sue grandi mani su strumenti a corde...
Questo non lo sapremo mai...
-"Vuoi questo vecchio pazzo accanto a te per il resto della vita?"-
In qualche modo si riconobbero come due anime affini.
Ogniuno dei due aprì il libro della sua storia,
per lei fu come avere tra le mani uno di quei vecchi libri, la copertina di pelle spessa, carta di pergamena, didasclaie fatte a china,
si raccontarono l'uno all'altra,
come forse non avevano mai fatto,
come lei non aveva mai fatto prima.
Si presero per mano, lui credette di potersi fermare e poterla tenere stretta,
lei dopo un pò pensò di poter credere che era arrivato chi, rompendo quell'incantesimo  malvagio,
che la inseguiva sin da quando era giovane e inesperta,
le sarebbe rimasto accanto
"per sempre".
Ma erano ancora i tempi in cui alcuni draghi sopravvissuti dovevano essere combattuti e sconfitti.
Il buon Viandante, però, non resistette ai draghi, anche se li avevano uccisi quasi tutti, o avrebbero potuto farlo insieme, portando a compimento quel compito difficile ma necessario.
Alcuni di essi venivano da lontano, erano resistenti agli attacchi...
La tempra del buon viandante verso le avversità fu messa a dura prova...
Così il suo animo tornò ad essere inquieto e triste,
non si sentì più accolto nella sua terra natale ma prigioniero di una realtà che non gli apparteneva.
Si sentì come dentro ad un bel bicchiere di cristallo chiuso da un coperchio stagno.
Il cristallo è fragile, si sà, non resisterà a tutte le avversità.
Si frantumò in tanti piccoli pezzi.
Dovette riprendere il cammino, adesso sapeva un cammino che, in un modo o nell'altro, avrebbe potuto anche non avere mai fine, più consapevole della sua natura errante e di cosa fosse "quel prurito d'ali" che da sempre tornava a tormentarlo nell'incedere della sua vita.
Ma si parlarono ancora del bene che li univa, dell'incoraggiamento e dell'aiuto che sino li si erano dati e continuavano a darsi.
Forse il loro "per sempre accanto" si sarebbe compiuto nel tempo in altri modi,
pur fermandosi lei e riprendendo il suo viandare lui...
Ma questo non lo sapremo mai, per lo meno non lo sapremo adesso...
L'uscio della piccola casa porgeva su una scala che portava al cortile esterno.
Lei si fermò sul limite della porta, si abbracciarono a lungo, lei tentava di ingoiare il magone del pianto che saliva dalla gola agli occhi, non avrebbe voluto che lui la vedesse così,
 ma era talmente fragile che in quel momento tutta la forza che credeva di avere si dissolse nel nulla.
Attese di vederlo scendere la scala verso il cortile sino a non vederlo più.
LadyMaryan, prima di richiudere la porta, si attardò ancora qualche momento, guardava la scala vuota,
gli sorrise ancora una volta, nonostante lui non fosse più li, con la malinconia di chi è sconfitto e perso,
tutto divenne silenzioso e invisibile, vuoto.
Sarebbe stata una lunga notte, la prima di molte altre.
Il primo giorno al quale altri sarebbero seguiti,
 lei tornava schiva e chiusa in se stessa,
tra infinite domande che non avrebbero mai trovato risposte se non nell'amore che aveva provato
e nel quale non avrebbe più creduto,
per lei pronunciare "ti amo" valeva più di una promessa eterna, più di un impegno scritto,
 tanto aveva temuto di dirlo, tanto aveva temuto di perderlo.
E così fu.
Tutto al fine si svolse come quel vecchio incantesimo l'aveva segnata per tutta la vita come la spada sulla testa di Damocle.
Rimase li, attonita e immobile, tra i cocci di un bicchiere di cristallo e....
credeva di aver dimenticato il silenzio e la solitudine,
aveva creduto che mai più avrebbe preso possesso della sua vita,
Il silenzio era tornato, prepotente e fiero della sua vittoria,
lei ne ricordò d'improvviso tutte le sfumature più dolorose,
avrebbe dovuto imparare a convivere con esso nuovamente,
 consapevole che
non c'è più tempo per leggere e per credere o sognare che
 quei racconti fossero possibili e che i sogni fossero desideri realizzabili.