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lunedì 23 febbraio 2015

Quel che resta...

Cosa resta?
resto io con la parte più vera di me,
nessuno la potrà mai portare via.
Resti tu che tanta parte di me
hai contribuito a farmi scoprire
e a portar a luce nuova.

Resta la mia fede nel credere che
la vita dà anche il tempo di dimenticare
ma una giustizia, che va oltre la giustizia degli uomini,
metterà chiunque davanti allo specchio delle sue responsabilità e mancanze,
prima o poi.

Non desidero la vendetta come compagna di viaggio,
 da sola non basta per arrecare pace,
non lascio che la mia anima si ammali,
convivo con un cuore puro e giusto,
ancora in grado di riconoscere ciò per cui
vale decidere se prendere o lasciare.

Resta un mucchio di carte,
deciderò che ha nulla valgono più,
le darò alle fiamme,
non resterà di loro nemmeno l'olezzo irrespirabile
che sono state in grado di produrre,
l'aria pura di belle e pulite giornate
lo dissolverà.

Resta il mio bagaglio
alleggerito da ciò che non serve più
ma arricchito da ogni cosa
che serve portare durante il viaggio.
Scelte compiute consapevolmente
in base a priorità cambiate,
profondo senso di appartenenza a te
che mi solleva
 nel sapere certa
che mai sono stata sola
pur nella solitudine necessaria della decisione
che mi appartiene.
Alla fine siamo noi che
benevolmente ci guardiamo l'un l'altra,
riconoscendoci oggi come ieri,
e avevi ragione tu...
C'è armonia.

venerdì 20 febbraio 2015

Maledettamente im-perfetti

Artista dalle mani perfette,
a volte tocco impreciso,
siamo come creta che prende forma
o si deforma.
A volte ghiaccio che si scioglie al sole,
altre goccia che diventa duro ghiaccio.
Staticita' dinamica
come le forme sulla sabbia
in un susseguirsi di divenire e trasformismi
che cotanto unici ci rende al fine intento
che mai arriva al completamento.

martedì 17 febbraio 2015

Scelte...

Siamo noi che prendiamo una decisione,
poveri illusi di aver scelto,
O e' la dicisione che sceglie noi
puntandoci una lama alla gola?
Comunque sia, oggi,
Ho preso una decisione,
Quella di mettere la parola fine
Su un incubo ingombrante
Che per troppo tempo
Si e' insinuato strisciante
Nella vita di troppe persone.
La scrittura del finale
rispettera'le attese del classico lieto fine solo in parte,
ma si sa,
l'ho imparato tempo fa,
con le aspettative sempre d'accordo non si va'.
Pero' mi scruto, mi studio, mi sento e.....
Sento che lo stomaco e' piu' rilassato,
la mente piu' sgombra e leggera, non e' ancora una sensazione di pace raggiunta per la completa accettazione,
ma se penso a chi ho vicino oggi
e
a cosa ho recuperato di me negli ultimi tre anni,
direi che e' vittoria piena e
guai ad avere l'ingordigia e l'avidita'
di pretendere di piu',
no, quello lo lascio fare ad altri,
a quelli che usano le situazioni di difficolta' e di indigenza delle altre persone per affondarle ulteriormente.
E certo e' che, se il solo modo che hanno per dimostrare quanto sono uomini e'quello di violentare, in vari modi, la dignita' di una donna,
beh, direi che hanno veramente poco di cui andar fieri, ma io ho gia' vinto tempo fa', 

con la capacita' di essere dedita al silenzio quando e' stato piu' necessario,

con il mio coraggio nell'affrontare tutto cio' che pareva inaffrontabile , con la mia forza,
con l'onesta' e la coerenza,
in tutto questo ho avuto una solida roccia accanto a me,
che mi ha protetto e fatto scudo quando io roccetta piu' fragile e calcarea troppo rischiavo di essere erosa dagli eventi,
cosi' abbiamo costruito
la montagna che siamo!

lunedì 16 febbraio 2015

Tutto l'in-espresso...

Ci sono momenti in cui avrei bisogno urgente di avere carta e penna sempre a disposizione.
Pensieri e concetti si inseguono nel cervello che diventa come una giostra, li sento girare come dentro una betoniera non ancora pronta a svuotare il giusto impasto.
A volte elaboro istintivamente e non fisso immediatamente nero su bianco, se poi ci ripenso non ricordo, la spontaneita' non e' piu' quella dell'elaborato iniziale, cosi' penso che se l'ho dimenticato non era importante, forse contenuto esiguo che si sarebbe esaurito in una sola riga.
Ma perche' mai un pensiero che si risolve nel giro di una sola riga dovrebbe essere meno significativo di una pagina intera?!
Comunque e' un impulso che c'e', e' istinto, pancia.
Credo che sia quasi nato dall'esigenza di esprimere tutto cio' che per molto tempo, imprigionata in vite non mie, ho dovuto mantenere inespresso.
Proprio per questo forse partendo da una parola ne scalpitano altre, comprese anche quelle che credevo non avrei sentito piu'.
A volte un grido, altre una tregua, a volte carta muta, anche la mutezza infondo e' un modo per poter spiegare determinate cose.
Alla fine solo un modo per vedere meglio, per vedermi meglio, soprattutto da quando la Me , che da tempo immemore  mi cercava, ha bussato alla mia porta e io l'ho fatta entrare...

giovedì 12 febbraio 2015

Carramba....

http://www.lastampa.it/2015/02/12/cultura/opinioni/buongiorno/alfano-e-rovina-Xrxfpx2LBv2HYhyl0g27cJ/pagina.html

La politica ci commuove di tristezza e rabbia gia' da tempo.
Si sa che questa e' l'era del reality show, pero' cercate di non ridicolizzarvi ancor piu' mandando in onda puntate extra di "c'e' posta per te " "Amici di...", ci bastano quelli ufficiali trasmessi dai palinsesti autorizzati e,
molto spesso non ci beviamo come oro colato nemmeno quelli!

mercoledì 11 febbraio 2015

Indign-azione

http://www.lastampa.it/2015/02/11/cultura/opinioni/buongiorno/lavido-non-fa-il-monaco-TKuqiR34YzWjuH2clTR4GM/pagina.html

Credo che limitarsi all'indignazione ormai a poco serve, non scuote le coscenze, non fa paura a nessuno.
Se la nostra indignazione si trasformasse in azione,
Azione dei pensionati da meno di mille euro al mese,
Azione dei salariati da mille euro al mese o poco piu', che vivono alla stregua di un pensionato,
Azione degli esodati, dei disoccupati, dei precari,
Azione dei figli, che non sono "figli di"
e  che sempre piu' vengono considerati dal nostro stato "figli di nessuno ",
e si potrebbe andare avanti, siamo un mondo sommerso, ormai obbligato a una silenziosa e rassegnata sottomissione, ma un mondo immenso.
Ma solo con la forza e il coraggio dell'azione,
solo cosi' potremmo ristabilire tregua e ordine rimettendo al loro posto tutte queste bestie e le loro avide bestialita'.

sabato 7 febbraio 2015

Senza barare...

Cosa significa per una donna ammalarsi di cancro?
Ammalarsi di cancro mette in evidenza la fragilità della vita e costringe a pensare ai propri valori, a rifondarli ogni giorno, a confrontarsi con le proprie priorità. Oltre a questa “riflessione sui massimi sistemi”, che spazia dalla domanda “perché a me?”, fino  a “il mio Dio esiste?”, c’è un altro aspetto fondamentale:
mantenere la nostra identita' nonostante i cambiamenti esteriori.
Da un momento all'altro non ti riconosci piu'.
Ecco, questo è un punto cruciale per una donna che, a causa delle cure, si trova a essere privata, anche se spesso solo momentaneamente, di quelle caratteristiche che “la” definiscono per antonomasia: il seno, i capelli… Una donna deve, allora, intraprendere un percorso che la porta in prima battuta a ri-conoscersi, in secondo luogo a farsi ri-conoscere dagli altri “nonostante” i nuovi tratti. Si tratta di riscoprire la propria femminilità e di “gridarla” forte. Con uno sguardo. Con una camminata. Con molta ironia.

Lo specchio in tutto questo gioca in ruolo non da poco, a volte nemico, altre amico.
Osservatore implacabile dei nostri cambiamenti: i capelli che cadono, i peli che si diradano, le unghie che anneriscono, il viso che si gonfia, la pelle che si macchia. Lo specchio davanti al quale ci trucchiamo per camuffare i nostri occhi glabri. Lo specchio che vede lo scorrere delle nostre lacrime. Lo specchio che scrutiamo con attenzione per capire se la parrucca non si gonfia sulla sommità del capo, o se il foulard non scopre troppo la fronte. Specchio. Amico o nemico: dipende dall’umore e dalla nostra capacità di usarlo come “osservatore” e non come “giudice”. Per me lo specchio è stato un “riflesso dell’anima” la voce probabilmente della nostra dimensione reale e piu' autentica.
In tutto quel tempo non ho mai voluto la parrucca, adoravo i miei capelli lunghi e la mia frangetta che scendeva morbida e nera sugli occhi color nocciola, adesso ho compreso che a modo mio li usavo per coprirmi, nascondermi e forse in qualche modo proteggermi da quello che non mi piaceva.
Ho imparato a farne a meno, senza piu' timore di scoprire troppo la fronte!