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lunedì 23 gennaio 2017

Occhi stanchi ma....

Quando ero più giovane
ridevo e gli occhi quasi si chiudevano, ridevo di gusto.
Fino alle lacrime.
Tanto che producevo uno strano grugnito che contribuì affinché mi cucissero addosso il soprannome di:
Miss. Piggy!
Ora, aimè rido meno e si chiudono ancora forse solo perché sono più stanchi e fanno più fatica a vedere e a gioire di tutto quello che intorno c'è.
Eppure la storia recente, che parla si salvezza e sopravvivenza, dovrebbe bastare per farmi sorridere ancora ad ogni passo perché:

IO SONO ANCORA QUI...

Tavolozza di colori e anche B&N...

                                                                       Devo ricordarmi

                                                                 di dipingere ogni giorno

                                                                   il mio mondo a colori

senza dimenticare che
 il bianco e nero nasconde e contiene
 tantissimi racconti e storie
che non vorrei perdermi mai.
                                                                  

sabato 21 gennaio 2017

Rapaci in gabbia...

Qualche anno fa.
Una delle tante fughe fuori porta in cerca di tranquillità e
 possibilmente nessuna traccia di tecnologie e modernità,
 il vecchio, l'antico,
 dove tutto è silenzioso e
 per chi lo sa ascoltare quel silenzio ha tantissimo da raccontare,
 in un oblio sano, lontano dalla vita obbligata di tutti i giorni,
  quelle tracce di piccolo mondo,
 ancora quasi come una volta,
 tra l'abbraccio eterno delle montagne,
 meglio se all'interno del Parco Naturale delle Dolomiti che
 per me nel corso degli anni e
 vari girovagare in lungo e in largo, spesso senza una meta precisa,
 è diventato nella mia testa come la mappa del tesoro entro la quale tutto è tesoro...
Non da cercare come in una gara, no, è tutto li a portata di mano, d'occhio, di cuore...

La provincia è quella di Pordenone, tra i vari paesi e paesetti ad Andreis si trova un centro avifaunistico per il recupero dei rapaci feriti o comunque in difficoltà,
 le gabbie meglio visibili sono quelle dei rapaci che non sono più in grado di essere reinseriti in natura,
mentre non sono accessibili quelle dei rapaci destinati a sicura guarigione e reinserimento in natura.

Stamattina cercavo ispirazione, e riguardare fotografie di solito fa sempre al caso mio...
Così  oggi mi sono soffermata di nuovo su quegli occhi,
 sulla lentezza,
 una lentezza che è quasi resa in specie animali come queste in cui di solito lo scatto,
 il riflesso pronto e l'azione sono il pane quotidiano.
L'incapacità di volare all'interno di quelle pur grandi gabbie, ma, le ali non ce la fanno più.

Mi scatta una strana metafora o similitudine che dir si voglia, che forse se ci penso meglio tanto strana non è.
Non mi ricordo se quella volta mi dispiacque vederli in gabbia o se fui felice solo per il fatto che, li dentro, sapevo che erano tutti al sicuro,
 ognuno di loro era al sicuro e avevano che si prendeva cura di loro.
Non sarebbe più successo nulla a nessuno, non sarebbero mai più stati predatori ma nemmeno sarebbero diventati a loro volta facili prede.

Le gabbie, la prigionia, la malattia, quella insofferenza dell'animo umano.
In qualche modo siamo tutti prigionieri di qualcosa,
 la materializzazione della vita in se che ci ha fatto allontanare dall'essenziale,
 la società che detta i dictat del "buon vivere" in realtà sempre più lontani dal buon vivere,
 o semplicemente noi stessi,
 si, siamo prigionieri di noi stessi nelle nostre gabbie mentali delle quali tanto accuratamente abbiamo saputo serrare i lucchetti accertandoci di aver buttato via anche le chiavi.
Non saremo mai più parte di niente e di nessuno.

Li, come un altero rapace in gabbia, con lo sguardo ancora fiero eppur reso.
A volte gli eventi ci travolgono a tal punto che tutto sembra girare intorno a noi, una labirintite stordente, ti devi fermare, se solo provi a fare un passo in avanti sbandi, sbandi a destra, a sinistra, le gambe tremano fino a non reggerti più, si cade.
Processi di guarigione, forse dietro ad ognuno si cela solo la suggestione, una mera illusione.
Forse l'unica verità, come cita una sentita e più volte ripetuta frase è che, pur iniziando dal nostro "di dentro":
"Nessuno guarisce da solo"


....e se ti gira la testa troppo forte     
 restare in piedi è complicato.
Aspetti che passi,
 ti rialzi piano e
 l'importante è riprendere il cammino.
 Continuare a camminare,
nonostante tutto quello che
 ci fa sbandare...
A testa alta li te ne stai.
Lo sguardo fermo e fiero
mai abbasserai.
Ma a modo tuo,
anche tu,...
chiedi aiuto
amico mio...    


giovedì 5 gennaio 2017

Hai presente
la mia idea
 di Befana?
Detta senza parole
è questa:

Tutti i miei viaggi
Possibili e impossibili
Che ancora continuo a
Immaginare,
Sognare,
Programmare!