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sabato 5 dicembre 2015

E' arrivato...
Ieri, nel tardo pomeriggio, mi hanno telefonato dalla Libreria Giunti, per dirmi che il libro di Castaneda che avevo ordinato è stato consegnato.
Ringrazio e rispondo che passerò al più presto a ritirarlo.
Oggi la giornata non è proprio iniziata nel migliore dei modi. Una notte, come cattiva compagna, mi ha tenuto in stato di veglia sin dalle 2.30, dopo essermi addormentata credo intorno alle 23,
 l'ho sopportata pazientemente, ma con l'arrivo del chiarore mattutino ero già stanca e per nulla desiderosa di alzarmi..
Difficile dunque mettersi in moto.
Cerco di decidermi sul da farsi, vado oggi, vado domani, meglio mattina o pomeriggio?
Il periodo non mi invoglia, nel senso che non amo i posti affollati e i centri commerciali nei periodi "normali" dell'anno, nel mese di Dicembre il fastidio si acuisce ancora di più e le calche di persone mi sembrano ancora più indigeste.
So perfettamente che se inizio e continuo a dimenarmi nel tentativo che mi venga l'illuminazione finirà che non andrò presso il Centro Commerciale ne oggi ne domani...Chissà quando!
Penso che l'orario migliore per spostarmi potrebbe essere a cavallo di mezzo dì. A quell'ora molti sono a pranzo, le ore di punta di solito sono metà mattina e il pomeriggio dopo le 15.
E poi, dettaglio non da poco, oggi è il 5, quindi ci dovrebbero essere i mercatini di San Nicolò che richiameranno senz'altro un bel po' di gente.
Andrà bene a conti fatti.
Per l'ora "calda" dovrei già essere fuori da un pezzo.
Vado.
Non ho voglia di fare la solita strada che passa per Gradisca, non mi va di oltrepassare quei due cavalcavia,  da anni li percorro avanti e indietro tra Turriaco e Cormons e ritorno, e più che una evoluta e moderna struttura architettonica mi hanno da sempre fatto venire in mente due giganti "taglia uova" al pari di quelli che hanno costruito per Gorizia, forse ancora più inguardabili.
Sono stati costruiti per la necessità di deviare parte del traffico ingombrante creato dai Camion al di fuori di Mariano del Friuli, col risultato che ora Mariano assomiglia ad un paese fantasma ancora più di prima.
Entro a Mariano del Friuli, ne devo attraversare un pezzo prima di una deviazione a destra, per un attimo penso di accendere il navigatore del cellulare e impostare la meta, ma solo un attimo dopo mi dico che sarebbe stupido.
"Abbiamo fatto quelle strade decine e decine di volte con la moto".
Raggiungo Mariano, prendo la svolta per Fratta, riconosco la strada con i vigneti e i campi, da una parte e dall'altra, vigneti ormai spogli, l'erba dei campi non più verde ma di quel tipico bruno invernale già bruciata dal freddo notturno e la brina ghiacciata. Oltrepasso Romans e nel giro di poco trovo tutti i cartelli che mi indicano con chiarezza Villesse che devo raggiungere.
Sistemo la macchina nel grande parcheggio all'aperto "S" pannello color lilla.
Ho restituito malvolentieri il libro che avevo preso per un'amica, ma non desidero più essere un problema per nessuno e rispetto una richiesta che mi è stata fatta giorni fa.
In libreria non mi fanno nessun problema, rendo il libro, mostro lo scontrino e la commessa mi informa che c'è una differenza di prezzo a mio favore, può farmi un buono della durata di tre mesi o posso acquistare un altro libro subito se trovo qualcosa di mio interesse.
Opto per un ulteriore acquisto nell'immediatezza del momento, visto che non so quando e se avrò voglia di tornare.
Mi dispiace solo un po' che la versione di "Una realtà separata" è del 2013, avrei preferito l'edizione più vecchia come quelle che ha Roby, ma non si trovano più ormai, chissà perché poi quest'idea, il testo sarà lo stesso, eppure visivamente la vecchia edizione mi ispirava di più.
Mi aggiro tra i fuori banco, gli scaffali di narrativa e quelli all'ingresso delle novità e uscite top.
Qualche titolo richiama la mia attenzione, qualche trama anche, ne avrei comprato più di uno potendo.
Ma costi a parte, mi sono anche riproposta di perdere quel vizio, poco comprensibile, di intraprendere la lettura di più libri in contemporanea, do una scorsa comunque a ciò che mi incuriosisce e ripongo con cura.
Alla fine mi trovo tra le mani "Favola in bianco e nero" di Mauro Corona e apprendo che è questa volta non una delle solite favole, bensì una favola cattiva sul Natale, perché, dice l'autore e non solo lui credo, "Il Natale è una festa cattiva dove si scoprono i cattivi che fanno i buoni", quelli che pregano, celebrano, festeggiano, ma poi non sono in grado di accettare la diversità.
Lo prendo, pago una piccola differenza di pochi euro alla cassa ed esco con i miei due acquisti.
Appena fuori dalla libreria si diramano come due lunghe braccia i corridoi del centro commerciale, indugio un attimo, già che son qua do un'occhiata in giro?
Tento qualche passo tra le vetrine, i negozi sempre quelli, le solite lucine, colonna sonora  laceralmente Natalizia anche nelle toilette, tutto volto già verso le sfilate che i più faranno per la serata del 31.
Decido che basta così per oggi.
Esco, non ho neanche perso la macchina. Mi dirigo verso casa ripercorrendo a ritroso la stessa strada fatta all'andata, non me ne venivano in mente altre, incrocio qualche moto, torno a commuovermi nel ripercorrere quelle strade in mezzo a campi e vigneti fatte decine e decine di volte con......la moto.
Sarò stata fuori un'ora e mezza, non di più, rientro a casa stanca e spossata nonostante la apparente banalità di quello che ho fatto.
Ora solo il desiderio di stendermi e spegnermi un attimo, se riesco.
Leggerò più tardi, devo finire "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" prima di prendere in mano quello nuovo.

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