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martedì 29 dicembre 2015

....ecco la bambina che...mi ha portato sino a qui...

In questi mesi di incontri con la Psicologa non abbiamo solo fatto terapia,
per lo meno non intesa nel senso della terapia spicciola,
il mondo delle emozioni mi ha affascinato da sempre, di più rispetto a quello della pura razionalità,
non sono mancate da parte mia domande che mi nascevano spontanee dagli input vari durante il mio aprirmi con lei.
Anche gli studi che ho fatto, erano forse volti, già anni fa ad una ricerca inconscia e inconsapevole più di me stessa e di un certo sentire che non ad altro.

Le ho fatto spesso leggere ciò che scrivo,
lei mi ha sempre consigliato di continuare a farlo, vede in questa mia propensione una specie di "dono",
io vedo spesso una "condanna",
io che amo così tanto la parola,
 le do un peso, un'importanza,
rispetto le parole perché non è vero che il vento se le porta via,
 almeno a me non le porta via,
ci sono parole dette, ricevute che per sempre ci faranno aprire in un sorriso disarmato,
altre che peseranno per sempre su di noi come macigni,
 e sfido ognuno di voi a pensarci un attimo e dirmi che non è vero,
che a voi non è mai capitato.

La scrittura per me è come una specie di trans, non sono semplicemente li quando scrivo,
 sono in me, oltre me, vedo una fotografia, un'immagine e si apre il mio mondo a volte bello a volte brutto, ascolto musica, mi focalizzo su uno strumento che mi cattura e scrivo di getto, scrivo e vedo, scrivo e sento,
 non mi nascondo dentro alle parole,  ne dietro esse,
sono la mia seconda pelle...forse quella più vera, quella che nella vita normale di tutti i giorni devo far combaciare con l'altra, quella razionale, che c'è ma non prenderà mai il sopravvento...
Preferisco restare così, assolutamente emotiva,
benché così maggiormente esposta....

Quando scrivo il tempo assume per me altre forme, è veloce e lento allo stesso tempo, sento e vedo ciò che va al di là di quello di me che vedo riflesso nello specchio, vado dentro, giù, sprofondo a volte in abissi di dolore per riportarmi dopo verso la superficie dove prendo fiato e.....torno a respirare...
Mi perdo e mi ritrovo.
Mi lascio maltrattare e tiro su le mie barriere sino a non provare più niente se lo desidero.
Mi lascio coccolare e tutto mi sembra più lieve e sopportabile...
Dolore, patteggiamento, rabbia, accettazione e.....distacco.

Io l'ho sempre vissuto come un problema, una imperfezione, "essere diversa" inteso non nel senso positivo del termine.
La scrittura, il contatto con la parola scritta, le visioni che mi offre, sono da sempre state per me il modo di attraversare le fasi del dolore, non di meno quelle della gioia,
un personale percorso di guarigione, giusto, sbagliato che sia, non lo so,
ma alla fine mi ha permesso di andare avanti.
In una specie di autismo momentaneo tra me i miei pensieri, le emozioni, tormenti profondi, e dolci sentire,
in contatto con una realtà parallela...
Che poi chi decide di cosa è fatta la realtà?
Realtà è il mio sentire, realtà è quella di colui che è solo raziocinio?
Come in ogni cosa ognuno ha la sua realtà che non è assoluta,
ciò che è bene per me non è bene per te e viceversa.....
Realtà?...
Io mi tengo la mia...

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