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giovedì 10 dicembre 2015

La vita oltre il Cancro...

La dolce Natty...
Ci conosciamo  alcuni anni fa,
 sul posto di lavoro arrivò timidamente, con occhi curiosi e attenti attraverso i quali, con interesse vivo, imparava questo nostro lavoro per il quale aveva ha disposizione solo la tanta teoria di un corso appena terminato.
Un lavoro complicato il nostro, che ti fa venire più la voglia di scappare che quella di restare, ricerca continua di motivazioni, e lei è rimasta...
I suoi attriti con Dory, che non c'è più da tanti anni in tutti i sensi.
 La fece piangere più di qualche volta assalendola solo per il suo essere propositiva.
Non so perché la attaccava sempre, forse ne aveva semplicemente visto le qualità e non voleva rivali?
Potrebbe essere si...
Ma Natty è rimasta, è stata brava, cosciente della scelta fatta non per caso, l'ho vista trasformarsi in un divenire costante, un' operatrice attenta e capace.
Non per merito mio, sia ben chiaro, lei era il contenitore di quel fare, professionale e amorevole allo stesso tempo, che ha saputo donare agli altri.
La nostra conoscenza si approfondì nei mesi che precedettero la mia malattia.
Mi ero già accorta della estranea presenza nel mio corpo di qualcosa che non avrebbe dovuto essere li, avevo da poco iniziato l'iter degli approfondimenti clinici.
Nello stesso periodo lei ebbe problemi di natura famigliare intensi, oggi brillantemente superati.
Così ci trovammo vicine, lei vicina a me e alla mia malattia, io vicina a lei e al profondo disagio che viveva in quel momento difficile.
Mi diceva spesso:-Mary, mi vergogno perché con il problema che hai tu ci ritroviamo a parlare di me-.
Il rapporto fu assolutamente di empatia e reciprocità, perché vergognarsi, aveva lei tempo e affetto per me e io altrettanto per lei.
Di nuovo oggi, come nei mesi del cancro, presente e...preoccupata.
Arrivano quotidianamente i suoi messaggi watsapp che sanno di un discreto e lieve bussare alla mia porta per capire se è socchiusa...
Di mattina soprattutto, entro una certa ora, è come se si accertasse per rincuorarsi...
-Ci sei???-....
-Si Natty, son qua-
-Ok, ti voglio bene, ricordalo sempre, giorno e notte-
Sempre discreta, in punta di piedi, aspetta che io mi senta di...
"In punta di piedi", ho perso di vista l'importanza di questo atteggiamento di recente, eppur ho sempre saputo quanto fosse importante per non spaventare le persone, per non farle scappar via, soprattutto certe persone, io per prima scappai da figure intrusive,
sono così scivolata mio malgrado in una goffaggine grossolana, rendendomi quasi ridicola, è davvero così facile scivolare in baratri destabilizzanti?
Evidentemente a volte si.

La cosa che più mi dispiace è proprio che sia preoccupata per me.
Timore del compimento di qualche sciocchezza!?
No, non ne farò.
La mia parte razionale mi è utile proprio a questo, nonostante le lotte intestine con l'altrettanto sviluppato lato emotivo.
Lasciare la mia eredità di responsabilità e doveri da portare avanti a chi?
A una madre emotivamente instabile e disorientata abbastanza dalla vita, o a mio figlio che, finalmente, a 23 anni ha iniziato a guardare alla sua vita,
osando nell'intento di giocarsi le carte per costruire un futuro lontano da qui!?...
 Alla fine penso che il motivo è anche che,
 qualunque cosa porti il destino,
un destino che raramente mi ha parlato con delicatezza,
 Amo la Vita più di quanto io stessa creda,
il Cancro mi ha insegnato questo,
oltre la "paura" lecita,
 forza, coraggio, caparbietà,
non riconoscere ora queste mie possibilità
suonerebbe peggio che una bestemmia,
un' insulto alla vita stessa dopo il dono che mi ha consegnato,
non devo dimenticarlo mai,
 mai!.

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