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mercoledì 2 novembre 2011

Ricordo e malinconicamente cerco risorse.

Una bambina, due genitori, grandi lavoratori, niente nonni che potessero compensare le loro lunghe assenze in modo casalingo o portandomi ai giardini pubblici come accadeva alla maggior parte dei miei coetanei, stavo a casa da sola già a sei anni quando avevo la febbre e non potevo andare a scuola, che frequentavo a tempo pieno sin dai tempi dell'asilo.

Ricordo che mia mamma mi lasciava il telefono, erano ancora di quelli non con la tastiera ma a disco, e squillava spesso, mi telefonava dal panificio sotto casa, dove lavorava con mio papà, per accertarsi che "tutto fosse a posto", (che è un pò ciò che del nostro rapporto è rimasto ancora oggi cioè il sentirsi dire che è tutto a posto), ed era anche d'accordo con la portinaia che di tanto in tanto saliva al piano, suonava il campanello e da dietro la porta mi chiedeva di farmi sentire, così scendevo dal letto a piedi rigorosamente scalzi, correvo alla porta e le dicevo "eccomi, sono quì, sono quì".
Si chiamava Concetta, una donnina piccola e robusta, con un viso che mi faceva venire in mente quei personaggi morbidi e buoni di certi cartoni animati.
La stessa cosa avveniva non solo quando non stavo bene ma anche quando la scuola era chiusa per le varie festività.

Quando non stavo bene l'ordine era quello di stare buona a letto, potevo leggere topolino o ascoltare le favole con il mangia dischi e poi avevo anche le audio cassette, quelle con le canzoni per bambini.
Ma quando non ero obbligata a rimanere a letto, quelle si che erano giornate bellissime,  la casa tutta per me, riuscivo a trasformarla in tutto ciò che desideravo divenisse, non importa se Castello, fattoria, ospedale, scuola e io di volta in volta divenivo insieme ad essa, sono stata un pò di tutto da bambina:
maestra, infermiera, fata, maga, strega, principessa, cuoca, cantante e.............ho fatto anche la portinaia, già, forse perchè lei per me era in qualche modo fonte di sicurezza e tranquillità, un occhio invisibile che su di me però sapevo che c'era, io lo sapevo si, e questo per me era sufficiente.

Quella bambina aveva sempre mille cose da fare, la mente genuina e creativa, non si sentiva mai sola, mai mancavano le risorse interiori e mentali per il...........fare, l'agire, per stare bene!.
Forse quello era già a suo modo un segno di qualcosa di più importante che avrei dovuto tenere più presente crescendo.

Io rivoglio quella bambina dall'animo pieno di risorse, determinato, a volte mai paco, non può essersi dileguata, no, nella vita nulla può toglierti tanto.

L'ho rincontrata parecchi anni fà, in un momento di quelli in cui la luce non la vedi nemmeno se te la puntano dritta negli occhi, mi aiutò, solo lei potè farlo;
poi chissà, forse mi sono rilassata un attimo, l'ho persa di vista pensando di non averne più bisogno.

Devo andarla a cercare!

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