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martedì 11 aprile 2017

Si dice che...

Si dice che nella vita
tutto sia un sottile
equilibrio.
Qualcuno dice che nella vita
tutto ha un inizio e
tutto ha una fine.
Concetto plausibile, se,
tra l'inizio del tutto e la fine
si produce un risultato
 senza che ogni volta
i capitomboli siano sempre gli stessi.
In natura,
la dove l'azione dell'essere umano
non rovina qualcosa,
gli equilibri sono perfetti.
Ondeggiano, con movimenti or leggeri,
ora più decisi
per riuscire ad assecondare
il passare del tempo e
 il susseguirsi delle stagioni.
La natura, Lei no, non fa mai danni,
agisce secondo leggi e principi, che,
per quanto naturali son sempre quelli,
come un caposaldo della vita,
una linea guida.
La natura fa quello per cui è portata,
non improvvisa, non si cimenta,
Lei è....
È , e basta.
Lei Sa cosa è,  di cosa è  fatta,
di cosa ha bisogno,
Lei sa cosa deve fare, sempre.
Gli esseri umani, invece,
me compresa,
non imparano mai.
Invece di mantenere equilibrio
lo perdono
rifiutando il passare del tempo,
ribellandosi alle stagioni,
inseguendo fallaci utopie,
improvvisando,
cimentandosi in materie della vita
che non gli erano dedicate
sin dalla nascita,
per una questione di geni,
per una questione di destino, chissà.
Ma, nel bene o nel male,
un po tutti,
proviamo, improvvisiamo,
ci collochiamo,
o per lo meno tentiamo di farlo.
La tenacia del provare a volte può essere quasi un fattore positivo,
ma i risultati difficilmente ci danno ragione.
Sempre troppo tardi
ci rendiamo conto che
nell'equilibrio naturale che ondeggia
nel nostro destino
non tutte le vie per noi sono aperte,
molte, anzi, ci sono preclude,
solo pochissime sono le nostre vie,
molto spesso solo una quella percorribile.
Se ti fermi un attimo
comprendi che hai da sempre una collocazione dentro quella via,
l'unica possibile, quella giusta,
per alcuni forse scrivere o suonare,
essere un buon parlatore,
essere in grado di parlare come scrivi e scrivere come parli (segno di consapevolezza e coerenza),
per altri è essere un viandante lasciando in qualche modo
tracce di se un po ovunque,
per altri essere stanziale,
per altri la famiglia,
per alcuni di noi la dedizione verso la propria professione,
la solerzia e l'impegno negli studi....
L'importante alla fine è comprendere
e comprendersi,
non improvvisarsi
mai in ciò che non siamo,
in ciò che non siamo in grado di fare
e di sostenere,
in ciò che non fa parte del nostro destino.
L'importante è comprendere che
ogni nostra azione,
ogni parola detta e scritta
coinvolge non solo noi e il nostro equilibrio,
ma, anche quello delle persone
che lasciamo entrare nella nostra vita.
Ci vuole una gran consapevolezza
in primis nei confronti di noi stessi,
poi, non da meno,
nei confronti delle persone
che coinvolgiamo in quanto i danni che produciamo nell'animo di queste persone
non è quantificabile ne guaribile.
Ci vuole la consapevolezza di sapere
che siamo
Esseri umani
imperfetti, fragili, spesso soli.
Noi non abbiamo le
capacità magiche della natura,
nella quale tutto è talmente perfetto,
talmente consapevole.


La natura, Lei no, non fa mai danni,
agisce secondo leggi e principi, che,
per quanto naturali son sempre quelli,
come un caposaldo della vita,
una linea guida.

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