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domenica 9 aprile 2017

Così scrivo,
come se scrivere fosse
la mia terapia,
un amico fidato,
l'unico e solo.
Scrivo e rileggo,
passo e ripasso sopra le parole ,
senza mai calpestarle
o fare loro del male,
come fossero petali di un fiore.
A volte per cercare quel particolare,
il filo conduttore che
mi resti impigliato tra le dita,
e ritrovare cosi' la via,
come per pollicino le briciole di pane.
Scrivo ponendomi ancora domande
che rimangano
il più delle volte
orfane di risposte.
Ecco che ritrovo in me,
per certi aspetti,
 il buon vecchio "Castaneda"
senza più  il "Don Juan" della vita.
Scrivo a testa bassa
come senso di raccoglimento
e un cuore,
che sa oggi come sapeva allora,
 d'essere stato amato,
 non c'era  mai
quel Maledetto
Ti Amo, ti amerò,  m'amerai.
Ma, mai parola solenne
per rispetto taciuta  fu,
nella mia vita,
trasformata in consapevolezza
d'amore perfetta.
Vi era fiducia piena,
recava stabilità e certezza.
Or barricate e sigilli
gridano forte,
stride la pietra,
della quale rivesto il cuore,
sotto il loro imponente peso:
ho messo alle sue porte spesse catene.
E resto a sfogliare le parole
 come fossero petali di un fiore,
petali di vita.


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