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mercoledì 6 gennaio 2016

Le scatole dei ricordi....

A volte succede, si succede ancora e sono passati quasi due anni.
Sogno una delle tante chemio, e' strano, crea sensazioni di disagio e fastidio, a volte sono convinta che sia tutto riposto in una scatola dei “ricordi”, la musica che ascoltavo, i libri che portavo ma non riuscivo mai a leggere, bandane, berretti....
E poi....tante altre cose che per altri motivi nel 2015 ho riposto in altre scatole...
 E’ come se fossero state proprio loro, le sensazioni, a tornare per ricordarmi che ci sono ancora, che non è così semplice dimenticarle e chiuderle in una scatola come tutto il resto.
Eccole che tornano tutte insieme, infami, e striscianti, anche nel sogno. Tutte quelle sensazioni che forse con il tempo potranno attenuarsi, ma che inevitabilmente resteranno radicate in me.
Sono li, attaccate alla pelle quasi...
Non si può dimenticare ciò che si prova entrando in una sala d’aspetto piena zeppa di persone che stanno affrontando percorsi simili, che spesso hanno lo stesso sguardo e che faticano a guardarsi in faccia l’un l’altro.
Non puoi dimenticare occhi.che hanno incrociato i tuoi e ti hanno scaldato con un sorriso, perche' la dentro troppe parole non servono

Non si può dimenticare l’odore del reparto. Quell’odore che prima della terapia non ha alcun odore, ma che poi diventa insopportabile e fa venire la nausea solo a pensarci.
Ancora oggi, ogni volta che torno in reparto per i periodici, ancora sento, ancora provo, tocco ogniuna di quelle sensazioni e loro toccano me, proprio come allora...

Non si possono dimenticare gli aghi nel momento in cui ti perforano le braccia, e il freddo dei farmaci che scorre nelle vene.

Non si può dimenticare il rumore della pompa che, inesorabile, dosa le flebo e scandisce ogni secondo della permanenza all’interno del box.

Non si possono dimenticare gli effetti collaterali. La nausea, il dolore alle braccia e alle ossa, il bruciore incredibile di alcune punture, l'iniezione nella pancia 48 ore dopo per limitare la caduta libera dei globuli bianchi, la facevo con la mano che tremava, un magone stretto tra bocca e gola perche' gia' sapevo che per giorni non sarei stata in grado di far nulla se non sentirmi e sentire male...

Non si può dimenticare la paura del Prima il dolore del Dopo.
Non si puo' dimenticare che in gergo meno medico noi siamo definiti i ""survivor"", sopravissuti...

Adesso ho capito.
E’ tutto abbastanza chiaro.
Le provette-regalo degli infermieri, quella torta con il fiocco rosa dipinto con lo zucchero che mi portarono le amiche nella prima cena che facemmo a casa mia per un ritorno alla vita, il quadernone degli esami, i portafortuna, le settimane enigmistiche, queste cose sì che potranno finire nel mio scatolone dei ricordi.
 Ma le sensazioni…

Le sensazioni dovrò tenerle con me.

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