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venerdì 29 gennaio 2016

Lavoro e Etica, onestà intellettuale....

Mi dedico da parecchi anni ormai ad un lavoro di tipo socio assistenziale e sanitario.
Quotidianamente in contatto con persone non più in grado di soddisfare i loro bisogni autonomamente e molto spesso non in grado di comprendere e riconoscere ciò di cui hanno bisogno.
Proprio per questo, queste persone, vengono a noi affidate dall'assistenza sociale o su richiesta delle famiglie che per mancanza di risorse e tempo, imbrigliati dalla freneticita' di una società allo sbando, non se ne possono prendere cura nelle case di origine.
Non mi era mai capitato in tanti anni di assistere o venire a conoscenza di eventi o comportamenti che andassero contro il codice etico e comportamentale.
Ora non mi manca anche questa triste esperienza.
Io sono madre, penso che forse un giorno mio figlio avrà bisogno di appoggiarsi ad una struttura simile a quella in cui io lavoro oggi per prendersi cura di me.
Sono figlia e penso che forse un giorno potrei aver bisogno di appoggiarmi ad una struttura simile a quella in cui io lavoro oggi per aver cura di lei...
Aver cura delle persone fragili e dei loro bisogni.
Aver cura non vuol dire inveire e aggredire verbalmente una persona malata in condizione di bisogno...
Bastardo,
ti spacco la faccia,
mi hai rotto i coglioni,
che cazzo hai combinato,
vergognati,
mi fai schifo....
Questi alcuni degli approcci verbali che alcune colleghe adottavano con anziani dementi che non sanno nemmeno dove si trovano e tanto meno cosa stanno facendo...
Il culmine e' stato assistere ad aggressioni non solo verbali, di per se già gravissime, ma anche fisiche.
"Una bella pacca e vedi come sta tranquilla come un cagnolino", questa una delle frasi con le quali una si faceva pubblicità'.
Non si poteva tacere oltre, i fatti sono stati denunciati a chi di dovere, una procedura d' urgenza è stata aperta e due persone sono state allontanate dalla struttura.
Parte del personale da mesi veniva convocata negli uffici del coordinento a causa delle voci che riguardavano queste persone, sin tanto che le voci non sono più state solo voci e sono diventate conferme di dubbi atroci.

Adesso?...
Adesso pare assurdo, ma proprio gran parte delle persone che prestano il loro servizio presso quella struttura, si domandano se era proprio necessario riferire su quei fatti, dopo mesi di omertà vergognosa chi ha avuto il coraggio e l'onestà di esporsi e parlare viene trattato alla stregua di una banale spia da pettegolezzo.
" Aspettatevi una bella denuncia perché alla fine è la vostra parola contro la loro".
E tutti sembrano dispiaciuti per le persone che con i loro comportamenti si son viste allontanare dal posto di lavoro perdendolo.
E per gli anziani indifesi, a noi affidati, che hanno subito, e hanno avuto paura e hanno pianto...
Nessuno si dispiace per loro?...

Vivo in un piccolo paese nella provincia di Gorizia, ma qua non si tratta della differenza tra gente di paese o gente di città.
C'è gente e gente, gente per bene e gente di merda.
Ancor più grave delle gesta delle colleghe arpie è l'ignoranza della collettività emersa subito dopo.
Quell'ignoranza mi intristisce, mi fa pensare e

si, l'ignoranza è la peggiore delle bestie e fa veramente paura.

Amo il mio lavoro, voglio bene alle persone delle quali mi occupo, mi esporre i sempre per loro in prima persona.
Vergognatevi!

Io scelgo di essere ancora una persona per bene, costi quel che costi.

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