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lunedì 13 marzo 2017

Stagioni amate....

Tra le cose che lascio  ogni anno con dispiacere, ma recano sempre gioia quando tornano,
ci sono l'autunno e la primavera.
Le due più belle stagioni.
Senza nulla togliere al fascino invernale o alle giornate assolate d'estate per chi ama il mare.
L'autunno, come non innamorarsi,
 con quell'aria che
 si libera dall'afa estiva,
tanto che se vai in montagna puoi spingerti con lo sguardo verso orizzonti lontani e tersi, che d'estate appaiono come avvolti da una cupola di vapore,
le danze, delle prime foglie secche,
mosse da venti ora leggeri ,
ora più dispettosi,
quel "rumore" tipico, che è quasi musica, quando fanno da tappeto nei boschi e tu li percorri, il tipico profumo che emanano in contatto con la terra umida appena sotto di loro,
quei colori cangianti partendo dal giallo oro per dipingere poi tutte le sfumature dei rossi e dell'ambra, i primi freschi, le giornate che si accorciano e in qualche modo scandiscono in modo diverso le giornate, la voglia di "ritirarsi"...
La primavera, la frescura di prima mattina e le ore centrali più calde.
In questi ultimi giorni, durante i turni di notte, uscire in terrazza all'alba, incantarsi al sorgere del sole e prendere un profondo respiro ha un non so che di terapeutico, chissà probabilmente è vero che certi tipi di guarigione partono proprio dalla respirazione.
Il lavorio frenetico degli uccellini si percepisce sin prima dell'alba.
Hanno un gran da fare, una compagna/o da trovare, le varie danze di corteggiamento per farsi scegliere, ci sono i nidi da preparare, un posto sicuro da trovare.
Cantano, cinguettano,  chiamano, si cercano.
Laboriosi ma gioiosi.
I germogli, le prime fioriture,
gli insetti che di nettari si nutrono e portano vita, di fiore in fiore, da una pianta all'altra,
i profumi, delicati e avvolgenti, tipici della primavera,
che riconosci perché ti son rimasti impressi nella mente sin da quando eri bambina.
L'arrivo delle rondini poi ne sancisce il pieno inizio.
Le giornate nuovamente si allungano e, dopo i torpori invernali, la voglia di respirare quell'aria che pare carica di energie positive e di vita che si rinnova viene quasi automaticamente.
La natura come sempre insegna, nel divenire, nei cicli, nelle soste e sospensioni e nelle riprese.
Morte e rinascita.
Quindi cosa resta di meglio da fare se non sedersi su un verde prato, magari col tuo cane al fianco, il viso rivolto verso l'alto in una spece di saluto al sole,
respirare a fondo,
annusare quest'aria profumata e ricca, farne scorpacciate visto che non sono segnalati effetti collaterali o controindicazioni.
E provare a far parte di questo che è un magnifico e miracoloso processo di
trasformazione e rinascita.


Ps: Fatto salvo che il mio umore è sempre in oscillazione, in base alle cose che vedo, quello che sento dentro di me, in base al mio senso di inadeguatezza e impotenza che prepotentemente ancora si manifesta. Manca quel poter e dover riconoscere i fatti che seguono le parole e le intenzioni.
Ma la mattina in cui ho fatto questa passeggiata e mi sono potuta fermare un attimo, lì, in quel prato, già di un verde smeraldo, ogni sensazione era assolutamente positiva.





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