Mi piacerebbe avere la mia casa,
sulla porta saranno incise le iniziali del mio nome, in un angolo sotto al portico metterei il mio donodolo,
è piccolo giusto per due, e un tavolino uno di quelli vecchi da giardino al quale avrei tolto prima le ferite provocate della ruggine proprio come stiamo facendo te ed io.
Forse non ci sarà quella stufa che imaginavo io, con la legna dentro ad ardere da potercisi incantare ma, potremmo mettere a scaldare bucce di arance e limoni e il loro aroma si propagherebbe da una stanza all'altra, si respirerebbe aria calda e profumata tanto da poter stare con ninete addosso raccontandoci le nostre storie e i nostri luoghi.
Si, mi piacerebbe avere una casa, piccolina ma, piena d'anima, togliere la polvere non avrebbe poi così tanta importanza perchè le cose importanti di cui avere cura sarebbero altre.
Diventerebbe mia e tua,
tua e mia,
semplicemente condivisibile, vi porterei semi e stagioni e ogni limite mio e tuo lo abbandoneremmo fuori, reinventando la vita,
così come l'abbiamo sempre sentita.
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